22/01/2010, 10:03
22/01/2010, 10:03
22/01/2010, 10:04
22/01/2010, 10:04
22/01/2010, 10:04
22/01/2010, 10:05
22/01/2010, 10:06
Messaggio di cagliari79
Tratto da "Dossier Alieni" - http://www.edicolaweb.net/da230101.htmIl caso Kauble
Un presunto rapimento coinvolge una famiglia dell’Indiana. Paralisi, missing time, malesseri, tumori scomparsi. Conferme da analisi mediche, un video e diverse fotografie. L' indagine di Budd Hopkins.
Debbie Jordan Kauble vive con i suoi due figli (che all’epoca dei fatti avevano tre e quattro anni) ed i suoi genitori ad Indianapolis, Indiana, negli Stati Uniti. Da ragazza le capitavano spesso strani fenomeni di poltergeist (fenomenologia paranormale, come oggetti che si muovono da soli, etc, ndr.), a cui si era abituata. Ma il 30 Giugno 1983 le accadde qualcosa che avrebbe cambiato la sua vita per sempre.
Colpita da una luce bianca
Quella sera d’estate Debbie stava uscendo per recarsi da un’amica a cucire dei vestiti, quando vide una luce brillante provenire dal cortile. La fece notare a sua madre, che poi salutò e se ne andò. Ma a casa dell’amica ricevette una telefonata: era la mamma, spaventata, che la voleva subito a casa. Debbie fece più in fretta possibile. Quando arrivò, prese il fucile, scarico, del padre e si mise a esplorare il cortile, poi, entrata in garage fu assalita da vampate di calore e non fece in tempo a pensare: "Dio, devo uscire da qui immediatamente!" che venne colpita al petto da una luce bianca e brillante. Era paralizzata, eppure ogni muscolo del suo corpo vibrava. Poteva muovere solo gli occhi. "Era come se vedessi continui flashes fotografici davanti ai miei occhi". Poi Debbie vide sei piccole figure dalla testa grande che si muovevano nel cortile in linea diagonale, ed entravano dentro una piccola nave ovoidale che si trovava a circa sei metri da lei. Quindi sentì che qualcosa di caldo e affilato penetrava nel suo orecchio destro, mentre una voce le diceva: "È una sfortuna che tu abbia dovuto provare questo dolore". Dopo la voce aggiunse: "È finita, adesso". Il pensiero di Debbie corse ai figli e subito, di rimando, qualcuno le rispose: "I tuoi bambini stanno bene". Poi, il nulla. Il suo ricordo successivo è quello di camminare nella veranda, con sua madre sulla porta. Istintivamente le disse: "Va tutto bene" e lei rispose: "Ora posso tornare a dormire". Un paio di giorni dopo trovarono dei segni nel cortile, esattamente dove era accaduto il fatto.
Tracce ed esami medici
Debbie in seguito entrò in contatto con il famoso ricercatore e specialista di abductions Budd Hopkins, il quale investigò per tre anni sul suo caso, giungendo alla conclusione che quella notte del 1983 era successo qualcosa di straordinario.
Diverse prove fisiche scaturirono dalle indagini: da un lato i test medici evidenziarono sintomi quali perdita di capelli, allergie, battito cardiaco irregolare, eritemi inspiegabili, ghiandole ingrossate e febbri. Dall’altro, emersero prove più consistenti: Debbie superò il test della macchina della verità, e c’erano i segni nel cortile. Alcuni campioni di terreno mostravano un esaurimento del 60% circa del calcio nel suolo, in cui non è stata riscontrata alcuna forma vitale. Significativi, i fenomeni connessi che la stessa notte interessarono le case circostanti. I vicini riferirono di aver visto un’enorme fiammata rossastra proveniente dal cortile, di aver sentito un terribile boato e che le loro abitazioni tremarono, le luci si spensero, gli schermi delle televisioni divennero rossi prima di spegnersi, mentre gli animali domestici erano terrorizzati.
Debbie Kauble fu sottoposta a numerosi test medici e psicologici al Columbia Hospital di New York, dove le furono praticate un EEG e una TAC con contrasto. Dopo un esame completo, risultò una massa di qualche tipo nel suo utero, presumibilmente tumorale e si ritenne necessaria una visita specialistica, in seguito alla quale, dopo l’analisi agli ultrasuoni, venne fissata l’operazione per il lunedì successivo.
"Missing time" digitale
La sera del giovedì precedente l’operazione Debbie, seduta in salotto a guardare la Tv con il marito e due ospiti, notò una splendida luce brillante nel cielo, ad ovest sopra la fattoria. Tutti andarono fuori, con tanto di telecamera e una radiotrasmittente amatoriale a mano, per verificare di cosa potesse trattarsi.
Mentre il marito controllava in giro, tenendosi in contatto via radiotrasmittente, Debbie e i suoi ospiti continuavano a fissare la luce, constatando la presenza di altre luci rosse che sfrecciavano sulle loro teste e sulla casa. Improvvisamente, Debbie vide qualcosa che camminava verso il gruppetto, sulla strada a malapena illuminata dalla luna. Nella videocassetta (stavano filmando le luci nel cielo) si può sentire la voce della figlia della sua ospite che dice: "Mamma, cos’è che cammina sulla strada verso di noi?"
A quel punto anche Debbie scorge la figura e inizia ad urlare. Non c’era luce a sufficienza perché quanto vedevano restasse impresso nel video, ma sembrava un essere alto circa un metro e mezzo, di colore chiaro, con il capo molto grande. "Alzò la testa in maniera buffa quando i nostri occhi si incontrarono - afferma Debbie - ricordo di aver pensato che doveva essere una specie di animale". Dalla figura, che aveva iniziato a muoversi all’indietro in modo strano, quasi meccanico, sembrò provenire un suono, un bip ritmico. Fu allora che il video balzò in avanti di 18 minuti e mezzo sullo screen clock della videocamera (l’orologio digitale che appare in sovraimpressione in alcune videocassette, ndr.). Si può sentire il marito di Debbie che comunica, tramite la radiotrasmittente, di vedere delle lame di luce colorata provenire dal cielo vero nord-est, nel punto dove si trovava Debbie con gli ospiti. Dopo di che l’esperienza ebbe termine. "Restammo svegli tutta la notte. Ci sentivamo molto strani, carcando di capire cosa ci era appena successo" sottolinea Debbie Kauble.
Incredibili sviluppi clinici
Qualche giorno la Kauble venne operata. Dopo la notte della "visita" si era sentita meglio, le emorragie erano cessate, ma era comunque decisa a portare a termine la cosa. Nella stanza d’ospedale, appena sveglia dall’anestesia il dottore stava esclamando: "Non avevi il cancro! Ho controllato tutto due volte, ma non ho potuto comunque salvare nulla". A Debbie furono asportati sia l’utero che le ovaie. Il dottore non riusciva a capacitarsi delle sue condizioni: "Eri completamente a pezzi, dilaniata internamente". Ma non aveva il cancro. La massa tumorale diagnosticata con gli ultrasuoni era scomparsa. Qualsiasi cosa fosse, ora era sparita, prima che il dottore avesse avuto la possibilità di rimuoverla. Ciò che colpiva maggiormente il medico erano le dimensioni dell’utero di Debbie: "Non posso credere che tu abbia avuto dei bambini - disse - è così piccolo che a malapena ho potuto metterci le mani per operare. La gravidanza che hai portato a termine è un vero miracolo". Ovviamente la massa rilevata dalla precedenti analisi poteva essere di varia natura, non escludendo l’ipotesi di un feto ibrido. Ma qualcosa era andata male, tanto da richiedere la sua rimozione prima che potesse essere scoperto. "O forse avevo davvero un qualche tipo di tumore maligno, e i miei piccoli amici lo hanno rimosso qualche giorno prima dell’operazione per salvarmi la vita", ipotizza Debbie, che interpreta comunque la sua esperienza sotto una luce positiva. "Credo che nessuno potrà mai trovare la risposta di questo mistero, ma mi va bene così. Sono solo grata per essere libera dal cancro, e di nuovo sana". Ora Debbie è convinta che, almeno in parte, le sue esperienze si siano svolte su un piano spirituale o psichico. "Non ci sono parole per descrivere le cose che ho vissuto e provato", dice. La maggior parte dei ricordi le sono tornati in mente senza volerlo, con il passare del tempo. L’ipnosi, in lei, ha solo affinato ricordi già presenti: "Rammento solo uno ‘spaccato’ di 15 minuti su un’esperienza di un’ora e mezza, e anche se forse non la ricorderò mai per intero, per me va bene. Se ora non ricordo ci deve essere un motivo, riuscirò a ricordare quando sarò pronta".
Debbie è cambiata: "Mi hanno terribilmente spaventato e a tratti mi sono sentita quasi morire, ma mi hanno spinta a diventare una persona più forte: non avevo altra scelta se volevo sopravvivere. Queste esperienze hanno aperto qualcosa dentro di me, nella mia mente. Qualcosa che vedo rinascere in tante persone, per molte ragioni diverse, in questi tempi. Qualcosa di profondo, spirituale e grandioso. Ho perso ogni interesse per la religione organizzata, i pensieri negativi e la carne rossa, e ho trovato la mia spiritualità e una nuova comprensione sul significato della vita, dell’amore, della fede e in Dio. I miei occhi e il mio cuore sono stati aperti da tutte queste cose strane, spaventose e meravigliose e per qualche ragione sento di essere stata veramente benedetta. Sono sopravvissuta a tutto questo e ora sono pronta per tutto ciò che l’Universo ha in serbo per me - o per tutti noi - in futuro".
Una strana esperienza
Erano circa le 20:30, quando sono uscita sulla veranda per fumare una sigaretta. Mi sono seduta sulla sedia a dondolo, dando la schiena alla strada e ai campi. Era buio e tra le nubi si intravedevano le stelle. La temperatura era di circa 30 gradi e c’era una leggera brezza. Mi sentivo calma e rilassata e pensavo ai recenti cambiamenti avvenuti nella mia vita (avevo nuovo lavoro) e di quanto ne fossi felice. Ero dimagrita e ne ero contenta, ma volevo perdere un altro po’ di peso, il mio corpo stava cambiando. Era ora!
Alle 20:33 la luce della tettoia (a sei metri da me) si è spenta con un lampo e dopo qualche istante si è riaccesa, mentre l’allarme del camion posteggiato nel vialetto ha emesso quattro beep consecutivi e il telefono ha fatto un mezzo squillo. In quel momento ho visto un lampo di luce brillante blu e bianca che veniva direttamente da sopra la mia testa, illuminato la veranda e tutto il cortile. È stata un’incredibile serie di eventi che ha avuto luogo contemporaneamente. Mi sono sentita come se all’improvviso fossi seduta al centro di un enorme tornado di energia statica sceso dall’alto. Mi sono afferrata fortemente ai braccioli della sedia, per paura di essere sollevata in aria. Ho chiuso gli occhi, ma anche così vedevo dei lampi di luce bianca nella mia testa. Il mio cervello sembrava percorso da massicce scosse elettriche, e i miei pensieri sono andati in pezzi. Ero nel panico, una sensazione molto familiare, eppure mi ha colto di sorpresa. Sentivo il mio corpo invaso da uno strano calore, il cuore che batteva irregolarmente, il pappagallo, nella sua gabbia alle spalle della casa che ripeteva sempre lo stesso verso. Era tutto al rallentatore, un’esperienza che credo sia durata circa 90 secondi. All’improvviso ho mollato i braccioli e sono rotolata giù con un movimento delicato. Mio marito era nel soggiorno, guardava la televisione e gli ho gridato: "L’hai visto? Che diavolo sta succedendo?" Mi ha guardato come se fossi matta. Aveva sentito l’allarme del camion e il telefono, ma non aveva visto il lampo di luce, né la luce nel cortile e il televisore funzionava bene. I dubbi mi hanno assalita, allora ho chiamato un amico, Forest, a Collinsville, Illinois, che potrebbe testimoniare quanto fossi fuori di me per la paura.
Sono tornata in veranda, portando il telefono con me. Ho visto altri due o tre lampi luminosi provenienti dall’alto e la luce della veranda ha iniziato a lampeggiare regolarmente. Ho detto a Forest che stava per succedere qualcosa. Nel giro di due minuti, tutti gli animali nelle vicinanze hanno iniziato a urlare contemporaneamente: strilli, stridii, ululati e vere e proprie urla. Sembrava un coro di una trentina di animali impazziti. Dave mi ha raggiunto, per vedere cosa stesse succedendo.
La sequenza di foto
Anche Forest, dall’altra parte del filo, mi ha confermato che sentiva quei suoni e mi ha consigliato di andare a prendere la mia macchina fotografica e scattare immagini nella direzione dalla quale venivano. L’ho fatto, con e senza flash. In due delle foto, in direzione della strada di fronte casa, si notano migliaia di piccolissimi punti luminosi che fluttuano nell’aria (insetti?) Dopo circa un minuto, una grande luce brillante è scesa su me e Dave dall’alto, ma la potevo vedere solo io, anche se non riuscivo a spiegarmi il motivo. Comunque, di certo lui sentiva qualcosa e si è spaventato molto, tanto da correre in casa. Io sono rimasta in veranda a parlare con Forest e gli ho detto che secondo me stava per succedere qualcosa di importante, che riguardava tutto il mondo, e che sarebbe accaduto nel giro si qualche giorno. Il panico era sparito, sapevo di non essere in pericolo. Parlavo con Forest e iniziavo a sentire dentro di me una strana calma, come se fossi in una specie di stato alterato, quasi di stordimento.
Poi sono andata a letto e tutto quello che mi viene in mente è un flash di qualcosa poco prima di addormentarmi, un’immagine che mi ha sbalordito. Un viso che mi scruta attraverso la finestra: un essere di luce con bocca e naso piccoli, e grandi occhi da cerbiatto, splendente di luce dorata. È stato molto strano, ma mi stava sorridendo e mi sono addormentata subito.
Dopo quella notte non è successo altro di sconvolgente. Di certo l’esperienza aveva avuto una forte influenza sulla mia mente.
Sono consapevole dei poteri e della vulnerabilità del cervello umano e so anche che i campi elettromagnetici possono influire sulla mente e sulle emozioni. Forse sono stata esposta (intenzionalmente o inavvertitamente) ad un qualche tipo di campo energetico che può aver causato una mia reazione, sia fisica che emotiva. E forse questi erano i risultati voluti, se si è trattato di una esposizione intenzionale.
22/01/2010, 10:07
Messaggio di cagliari79Il caso Cahill Kelly Cahill, la donna australiana che ebbe un IR3 nel 1993.
Kelly Cahill è una donna australiana dal carattere forte. L'otto Agosto 1993 subì una tramuatica esperienza di abduction. Era sera e Kelly con il marito Andrew stavano tornando a casa dopo una visita ad amici. Attraversavano in auto la località di Eumemmerring Creek, a Belgrave, Victoria, circa trenta miglia fuori Melbourne. All'epoca Kelly aveva 25 anni e Andrew 31. Dietro di loro, ad una distanza di circa 100 metri, avevano notato la presenza di altre due macchine. Verso mezzanotte, i coniugi Cahill e gli occupanti degli altri veicoli osservarono delle strane luci, alte almeno il doppio degli alberi, che sembravano librarsi a circa 400 metri da loro. Guardando più attentamente, si accorsero che c'erano delle sagome all'interno delle luci. Kelly disse: "Guarda, ci sono delle persone là dentro." Dopo un attimo le luci si spensero e scomparvero in una manciata di secondi a est di Melbourne, o almeno così sembrò.
I fatti in realtà erano andati molto diversamente. Fu Kelly la prima ad accorgersi del Missing Time: sembravano essere passati solo dei secondi, ma Kelly ricordava bene che la prima volta che videro le luci la loro auto viaggiava a 110 Km orari, e subito dopo, quando gli oggetti sparirono, stavano marciando a soli 40 Km orari. Inoltre giunsero a casa alle 02.30, ed erano partiti alle 23.45. Di solito impiegavano circa 90 minuti per coprire quel tragitto. La sera stessa Kelly cominciò a perdere sangue dall'area vaginale (il suo ciclo mestruale era finito una settimana prima) e tanto copiosamente da dover mettere i propri vestiti a lavare. Mentre si svestiva Kelly si accorse con stupore di avere un segno triangolare rosso proprio sotto l'ombelico (il segno scomparve dopo alcuni mesi, ma la cicatrice rimane tuttora). Kelly cominciò a sospettare che tutto fosse connesso con il suo avvistamento, ma dato che aveva sofferto di problemi ginecologici fin dall'età di 16 anni, decise di non rivolgersi al proprio dottore. L'emorragia tuttavia continuò per circa tre settimane, al che Kelly si decise ad andare all'ospedale. Visti i sintomi i dottori pensarono che fosse incinta, ma i test risultarono negativi, e alla fine conclusero che aveva un'infezione all'utero. Anche il marito Andrew era turbato e benché continuasse ad insistere che non era accaduto nulla, alla battuta scherzosa di un amico sugli UFO rispose scuro in volto: "Non parleresti così se avessi visto quello che abbiamo visto Kelly e io!".
Poco tempo dopo, ripercorrendo casualmente la stessa strada che era stata teatro dell'avvistamento, Kelly ebbe dei flashback. La sua mente si sbloccò e poco dopo iniziò a ricordare tutto spontaneamente, ricostruendo l'accaduto.In questa illustrazione, un artista ha ricostruito gli avvenimenti descritti da Kelly Quella notte Andrew aveva accostato la macchina al lato della strada e Kelly scese, cominciando a camminare verso l'UFO, che era atterrato in un campo vicino. L'oggetto aveva un diametro di circa 50 metri e emanava una luce blu ventralmente e di fronte. A quel punto Kelly notò due persone che attraversavano la strada, provenienti da una macchina posteggiata. Dopo pochi secondi, dall'UFO uscì un essere scuro, allampanato, alto circa due metri e dalla testa insolitamente grande. Kelly pensò che fosse possibile comunicare in qualche modo, ma qualche secondo dopo udì una frase (forse proveniente dall'essere alto), che suonava come "uccidiamoli" e fu presa dal panico. Arrivarono sette o otto altri esseri simili al primo, e Kelly avvertì delle ondate di energia in tutto il corpo. Cominciò ad urlare: "Loro...non hanno l'anima!" e solo allora gli occhi degli esseri divennero visibili: erano grandi, rotondi e rossi. Le entità "scivolarono" rapidamente sulla strada e si divisero in due gruppi: il primo si diresse verso gli altri testimoni, il secondo si mosse in direzione di Kelly e Andrew. All'improvviso lei avvertì un forte colpo allo stomaco e cadde supina sull'erba. Si mise seduta e prese a chiamare Andrew ad alta voce, scoprendo allibita di aver perso la vista. Cominciò a vomitare violentemente e avvertiva dei fischi nelle orecchie. Apparentemente le entità informarono Kelly (verbalmente) che non le avrebbero fatto del male, al che Andrew replicò: "E allora perché l'avete colpita?". Dopo qualche istante svenne e quando riprese i sensi era ancora cieca. La paura cedette il posto alla rabbia e si mise ad urlare "in nome di Dio...". L'ultima cosa che rammenta era di essere nuovamente seduta in macchina.
Decisa di andare a fondo della questione, in Ottobre Kelly riuscì a contattare John Auchettl, uno dei ricercatori UFO più stimati di tutta l'Australia. Kelly e Auchettl si incontrarono e dopo che la donna gli espose l'accaduto, Auchettl la sorprese, affermando che la sua esperienza non era poi così rara. Le ricerche seguenti di Auchettl rivelarono che il luogo dell'abduction si trovava sulla statale Belgrave-Hallam. Furono eseguiti dei test chimici del suolo in quella zona, che confermarono l'avvenimento. Erano presenti dei segni sul terreno lasciati probabilmente dai tre sostegni (tripode) dell'oggetto; e i livelli di magnetismo del luogo del presunto atterraggio erano superiori a quelli naturali, mentre il suolo era stato compattato. Auchettl scoprì che il terreno in questione aveva subito un forte disidratamento, cosa che indicava un brusco aumento di calore. Kelly era più che sicura che anche altre persone si trovavano sul posto al momento dei fatti, così Auchettl mise degli annunci sui giornali, invitando tutti quelli che credevano di aver visto un UFO a telefonargli. Ricevette molte chiamate, ma nessuna connessa al caso di Kelly, fino al 17 Novembre 1993 quando gli giunse conferma che altre tre persone si trovavano lì, quella notte. I coniugi Jane e Bill (che omettono il cognome) e la loro amica Glenda affermavano di aver viaggiato sulla statale Belgrave-Hallam l'otto Agosto 1993 e di aver visto un oggetto simile a quello segnalato da Kelly. Avevano fermato la macchina e videro numerose entità nel campo ed un'altra macchina dietro di loro. Bill (come Andrew) aveva pochissimi ricordi dell'avvenimento e non voleva rivelare la propria identità ai giornali, per timore di perdere il posto di lavoro. Si scoprì che anche questo gruppo arrivò a casa con circa due ore di ritardo, un vuoto temporale di cui non avevano alcun ricordo. Glenda e Jane ricordarono di aver visto un UFO nel campo, la macchina di Kelly e un'altra vettura dopo la loro (la terza), con un uomo alla guida.
Una volta scesi dalla macchina, Bill, Glenda e Jane si incamminarono verso l'UFO. Descrissero un grande oggetto appoggiato a terra su tre sostegni e diverse entità scure tutte intorno, mentre si poteva sentire un forte suono ronzante. Poi il nulla. Le donne ricordavano solo di essersi risvegliate in macchina. Auchettl sottopose allora i tre testimoni ad ipnosi regressiva. Le donne ricordarono di essere state legate ad un tavolo e di un'entità che stava loro a fianco, poi delle creature le settoposero ad un esame vaginale con degli "strumenti". Pur separate, le testimonianze delle due donne coincidevano su un fatto: si erano sentite in pericolo. Bill non fu in grado di fornire alcuna informazione, sebbene ricordasse che attorno a lui c'era "molta attività".
Dopo l'evento Glenda scoprì un brutto ematoma da legaccio sulla caviglia e decise di andare dal medico. Le due donne riscontrarono tre punti rossi all'interno delle gambe e un segno triangolare rosso sotto l'ombelico. Fecero una foto alla lesione di Glenda, mentre Bill riscontrò la perdita di un cerchio perfetto di capelli sulla nuca, subito dopo l'evento. I Cahill decisero di mettere tutto per iscritto, omettendo però alcuni particolari e in breve Kelly e la sua storia attirarono l'interesse dei ricercatori australiani.
Tra i ricordi di Jane emergeva spesso quello di un "drago rosso fluorescente passatole vicino nell'oscurità". Auchettl tenne questo particolare segreto fino all'Ottobre 1996 e inoltre non fece incontrare i vari testimoni fino al Giugno 1994. Ma il primo Ottobre 1996, durante un'intervista al periodico australiano Who, Auchettl e Kelly fecero cenno alla terza macchina e all'uomo alla sua guida. Dopo qualche tempo, il giornalista ricevette una lettera dalla moglie del presunto conducente dell'auto in questione, contenente dettagli sul caso che andavano oltre la semplice coincidenza. Tra l'altro, la signora (rimasta anonima) diceva: "So che non c'è modo di provare la presenza di mio marito sul luogo, ma posso fornire un particolare: sulla parte posteriore destra della macchina di mio marito (una 4X4, N.d.R.) è montata una ruota di scorta, protetta da una copertura di tela, su cui spicca un disegno, dipinto con materiale riflettente rosso, a forma di drago, l'ho fatto io a mano e non si trova in commercio, è unica. Potrebbe chiedere ai testimoni se l'hanno notata?" È chiaro che si trattava proprio dello stesso drago visto da Kelly Cahill, un dettaglio che allora non era ancora noto. L'automobilista non si fece mai vivo: impiegato presso il Victorian Government Law Department (Dipartimento Legale dello Stato di Victoria, N.d.R.), preferì mantenere l'anonimato.
Benché si continui a parlare principalmente di casi di IR4 con soggetti prelevati dalle loro stanze da letto, le esperienze notturne, per strada o a bordo di un'auto, sono frequenti. Vale rammentare i casi di Barney e Betty Hill, di Travis Walton, o dell'italiano Fortunato Zanfretta, avvenuti in condizioni simili. Nel caso Cahill, tutti i testimoni avevano subito un'esperienza traumatica e una parziale perdita di memoria. Il libro in cui Kelly ha raccontato la sua esperienza, Encounter, è stato accolto molto favorevolmente nel suo paese. Kelly ha iniziato a occuparsi di ricerche UFO.
http://www.strangedays.it/aliendream/08_casidirapimento.html
22/01/2010, 10:10
Messaggio di cagliari79Il caso Velez
Seppur risalente ad otto anni fa, questa intervista rilasciata a NOVA online da John Velez mantiene intatta tutta la sua importanza. Velez, uno dei più famosi e rispettati addotti americani, ha ricostruito sotto ipnosi le sue esperienze di contatto.
http://www.pbs.org/wgbh/nova/aliens/johnvelez.html
Vorremmo subito chiederti a cosa somigliano questi alieni, come sono fatti...
Ne ho visti di tre tipi differenti. I piccoli Grigi sono alti da 90 cm a un metro e dieci. La loro testa è a forma di pera rovesciata, con un mento appuntito e grandi occhi neri che girano sul lato della testa. Il corpo è sottile, magro, le braccia sembrano quasi di gomma. Non sono come le articolazioni di un bambino o qualcos’altro che abbiamo qui. Sono davvero magri e sottili.
Un’altra tipologia di alieni è più piccola, sono alti forse 60 cm, ed indossano questi indumenti grezzi, sembrano fatti di iuta... ed hanno la pelle blu, o a volte porpora, comunque è molto scura (di solito vengono definiti Java, N.d.R.). Poi c’è una versione più alta dei Grigi descritti prima, con grandi occhi, che normalmente sono adibiti alle procedure mediche. Oppure, se c’é qualche comunicazione da fare, se ne incaricano loro.
Qual è la cosa che colpisce di più del loro aspetto?
Gli occhi. Oh, gli... (ride). Cosa ti colpisce? Gli occhi. Essi parlano con i loro occhi. Quando tu guardi nei loro occhi, ti ci potresti perdere. Sono molto profondi, e ti parlano. I loro occhi parlano. Comunicano con te tramite lo sguardo. Si avvicinano molto quando parlano. Vengono a pochi centimetri dal tuo viso, il loro volto è là. E i loro occhi sono tutto quello che vedi, ne avverti lo sguardo.
Descrivici, così come ti ricordi, alcuni dettagli del veicolo spaziale, sia da fuori che internamente.
Bene, ebbi un avvistamento ravvicinato da sveglio (si trattava di un IR3, N.d.R.) nel 1978, quando vidi una luce. Era un’enorme luce senza forma, anche se la sagoma rammentava un po’ un pallone da football. Non era visibile un velivolo all’interno di questa luce, che si muoveva molto lentamente sopra il tetto di un edificio, ed era forse a... il velivolo doveva trovarsi circa a 20, 25 metri da me. Si muoveva molto lentamente e svanì dietro il tetto. Tempo dopo, durante una regressione ipnotica, ricordai di aver visto un vero e proprio velivolo. Si trattava del classico disco metallico a forma di piatto rovesciato, con una cupola sopra. C’era una luce rossa molto forte che gli ruotava in cima, e una verde in basso. Una volta vidi anche un velivolo triangolare, grosso e di color nero. Un’altra volta invece vidi una grossa sfera arancione di luce. Ma non so cosa ci fosse dentro la luce. Questi sono gli oggetti che ho ricordato tramite la regressione ipnotica.
Potresti dirci come inizia la tipica esperienza di abduction? I primi momenti, quando ti accorgi che sta accadendo qualcosa. Come ti senti fisicamente?
Normalmente inizia con delle luci, oppure un suono basso e vibrante. La stanza viene inondata di luce. A volte alla luce si associano suoni bassi, oltre una sorta di sensazione di “elettricità” nell’aria. Quindi inizio a sentirmi molto, molto pesante - come se pesassi dieci tonnellate - oppure congelato, immobilizzato. A quel punto, di norma questi piccoli esseri, i Grigi che ho descritto prima, entrano nella stanza e mi portano a bordo del velivolo. Non sempre, ma spesso avviene una sorta di check-up del mio fisico, o una procedura del genere. Hanno preso diversi campioni di sperma da me. Inoltre mi hanno impiantato apparecchi di cui ignoro lo scopo e l’origine nel mio cervello e nel mio corpo. Di solito c’è sempre una sorta di comunicazione, nel corso dell’abduction. Mi sono state mostrate scene apocalittiche di distruzione della Terra, e i risultati del nostro inquinare e depredare il pianeta: alluvioni, incendi, disastri di ogni genere. Penso che mi mostrassero quelle scene perché rappresentavano il risultato del nostro interferire con l’ordine naturale del pianeta. Una tematica ricorrente nelle mie esperienze di abduction.
Parlaci ancora della parte iniziale dell’esperienza di abduction: quella sensazione di paralisi....![]()
Bene, penso che la maniera migliore di spiegarlo sia quella di raccontarvi una mia esperienza recente. Stavo tornando a casa una sera. Vidi una strana luce sopra un palazzo, che sparì dietro i tetti. Rammento che mentre scendevo dal palazzo, divenni molto spaventato e paranoico, sentendomi come se da un momento all’altro qualcuno o qualcosa stesse per saltare fuori da un cespuglio e aggredirmi o ferirmi in qualche modo. Quando mi trovai a soli tre o quattro metri dal portone di casa, da dietro delle piccole siepi che la costeggiavano, vidi sbucare tre o quattro piccoli esseri che si posizionarono proprio di fronte a me, in modo che potessi vederli. La mia prima reazione fu di confusione. Non sapevo cosa stavo guardando. Forse, qualche strano tipo di animali, forse gatti senza pelle. Non riuscivo a figurarmi di cosa si trattasse. Ma quando realizzai che non erano nulla di umano, il panico mi pervase, così intensamente da impedirmi di respirare o di muovermi. Non saprei dire se la paralisi che provai fosse provocata da loro mentalmente o se fu solo causata dalla mia paura, fatto sta che non mi potevo muovere. Ma è normale che i primi momenti di esperienze simile generino una confusione iniziale, quindi shock, paura e terrore. Poi una calma olimpica scende su di te. Diventi molto calmo. E provi la sensazione di riconoscerli. Rammentai di averli già visti in precedenza, e tutta la paura venne spazzata via.
Hai mai avuto un’esperienza in cui hai tentato di lottare o urlare? E se sì, come avvenne?
Sì, due volte. Venni prelevato dal mio letto una notte. Mi portarono fuori di casa. Questi esseri avevano letteralmente la capacità di attraversare muri, porte, oggetti solidi. Non so se grazie a qualche tipo di apparecchio o cos’altro, ma possono attraversare gli oggetti. E quando attraversammo il muro posteriore della mia casa, riguadagnai momentaneamente il mio normale stato di coscienza, e iniziai a combatterli con tutta la forza che avevo. Ero in uno stato di puro terrore e panico. Gli urlavo contro: “Questo è reale! Voialtri siete veri! Tutto questo sta accadendo davvero!” E uno dei piccoli esseri che vi ho descritto prima, quelli con la pelle blu, tirò fuori quella che sembrava una specie di antenna chiusa di un’automobile, e con essa mi toccò la fronte. Ne uscì una luce accecante. Il mio intero corpo divenne flaccido e molle, e divenni completamente incapace di reagire. Ma per quei pochi istanti ero lucidissimo e lottai. Erano davvero molto forti. Non riuscii a scappare, né riuscii a fargli male in alcun modo. Poi tirarono fuori questa specie di “pungolo da bestiame” per umani, che era un giocattolino davvero pratico.
Allora è probabile che tu sia stato coinvolto in esperienze che avevano a che fare con esperimenti genetici. Ne sei stato parte?
Sì. In diverse occasioni ricordo che mi ritrovai soggetto a delle procedure che riguardavano il prelievo di seme. Ero su di un tavolo operatorio, immobilizzato. Venivo indotto all’erezione, anche se dovete tenere a mente che non c’era passione sessuale o sentimenti collegati al fatto: era una procedura molto fredda. Rammento che mi sentivo molto rigido e dolorante nella zona inguinale. Essi avevano un apparecchio a forma di cono attaccato alla parete tramite un lungo tubo flessibile (lo stesso descritto da Strieber, visibile nel film Communion, N.d.R.). Lo piazzarono sui miei genitali. Sperimentai una sensazione di pizzicore elettrico, e poi l’orgasmo. Il seme veniva raccolto da quell’apparecchio. Gli alieni di solito esprimevano il loro compiacimento per il risultato: erano euforici. Dopo un’ora di procedure mediche, venni guidato in un’altra stanza attraverso una serie di corridoi. Appena entrato nella stanza, mi apparve completamente spoglia. Era rettangolare, e tutto, dalle pareti al soffitto, era in metallo. Niente sui muri. Poi le pareti si sollevarono verso il soffitto, rivelando file su file su file di contenitori. Non so se erano fatti di vetro, plexiglass o plastica, ma erano comunque recipienti, pieni di un liquido verde chiaro e luminoso, e ognuno conteneva, attaccato con fili e altro, un piccolo ibrido. Erano in sospensione là dentro, e per un secondo pensai che fossero solo dei “modelli”, senza vita. Invece venni inondato telepaticamente dalla presenza delle loro menti e delle loro intelligenze. Intendo dire che ero cosciente di essere in presenza di una intelligenza superiore, là. Ed essi erano coscienti della mia presenza, sapevano che ero là. Ma a guardarli, veniva da pensare che erano morti, sembravano dei modellini infilati in giare. Ci dovevano essere dieci o quindici file una sull’altra. E gli scaffali su cui stavano i recipienti erano profondi, entravano nel muro per un bel pezzo. Quindi là ci dovevano essere centinaia di quegli esseri. A quel punto, dalla parte opposta della stanza, sei di quelle creature aliene giunsero con un carrello. Tre di loro portavano dei bambini ibridi, due ognuno. Una creatura ne portava uno, e me lo mostrò. Me lo porse, chiedendomi se lo volevo prendere. Era molto piccolo, forse 25 centimetri, e sembrava molto fragile. Potevo tenerlo nelle mani chiuse a coppa. Avevo paura che mi cadesse. E a quel punto mi venne detto che questi sette esserini - che erano femmine, benché non vedessi genitali di sorta - erano la mia progenie.
Come te lo dissero?
Mi diedero quella creaturina e mi fu detto che quella che stavo tenendo nelle mani, e le altre sei in braccio a quelle “bambinaie”, erano mie.
Come fecero gli alieni a comunicartelo?
Sentii tutto nella mia mente. Essi comunicano telepaticamente. Ti trasmettono il pensiero, e tu lo senti nella tua testa. Quello che sentii allora nella mia mente e che ricordai in regressione ipnotica, è una specie di sussurro molto leggero e un po’ raschiante. Le loro voci sembrano bisbigli nella tua mente.
Ci puoi fare un esempio?Un esempio?
(ride) Certo! Sai, c’è sempre qualcuno che ti rassicura e ti calma. E quello che tu senti sussurrato da una voce delicata è: “Stai bene, nessuno ti farà del male, questo non ti farà male”. Sai, frasi rassicuranti di questo genere.
Cosa hai provato nel sapere che si trattava di esseri creati con il tuo seme, che li avevi generati tu?
Piansi. Ero terribilmente sconvolto. E lo sono ancora. Gli dissi: “Come possono essere mie? Esse (Velez non usa mai il termine “figlie”, N.d.R.) non sono umane! Non sembrano umane!” ed io ero terribilmente sconvolto perché sapevo che le avrebbero portate via da me, lontano. Non si trattava di una progenie che avrei potuto crescere, proteggere, tenere. Non avrei saputo come farlo, a ogni modo. Ma il senso di perdita era enorme.
C’è un disaccordo tra i ricercatori, come dovresti sapere, sui veri propositi di queste visite. Tu cosa pensi, perché gli alieni sono qui?
Beh, la mia è solo una congettura. Penso che nessuno lo sappia per certo, con l’eccezione degli alieni stessi e forse del vecchio Zio Sam (il Governo USA, N.d.R.), ma quelli non parlano. Personalmente penso che queste creature siano sempre state qui. Penso che il loro ruolo basilarmente sia sempre stato quello di prendersi cura di noi, una sorta di guardiani. Credo che la loro razza sia incapace di riprodursi da sola, e che abbiano vissuto una relazione simbiotica con la razza umana attraverso i secoli. Hanno bisogno di noi per riprodursi. Credo che gli ibridi siano proprio questo: solo altri di loro. Non ho l’autorità per dire se provengono da un altro pianeta o no - forse in origine - e quale sia il loro proposito ultimo. Certo, tutto questo potrebbe essere il preambolo di un’invasione, per quello che so. Ma la mia personale sensazione è che essi sono preoccupati per lo stato “fisico” del mondo. La Terra è in un guaio serio. E credo che siano anche terribilmente preoccupati per le nostre tendenze suicide, come razza. Quello che stanno facendo? Sai, noi ci stiamo dirigendo verso l’oblio senza preoccuparcene minimamente. E credo che loro siano stati forzati dagli eventi ad interagire.
http://noiegliextraterrestri.blogspot.com/2009/01/rapito-dagli-ufo-propongo-questa.html
22/01/2010, 10:11
Paolog ha scritto:
Stavo facendo delle considerazioni su quello che potrebbero essere le dimensioni dell'oggetto che ha sfiorato l'AZ284.
Il Com.te Zaghetti ha riferito che l'oggetto gli è passato sopra di 1.000 piedi e ne ha stimate le dimensioni intorno ai 3 metri.
Considerato che lo hanno avuto in vista per tre-quattro secondi, quindi certo non molto a lungo, e che comunque, pur andando a 380 nodi di TAS è riuscito a percepirne il colore marrone chiaro anche se tanta luce non ci doveva più essere a quell'ora, mi chiedo se veramente le dimensioni di tale oggetto dovessero essere quelle stimante dal Comandante.
Oltre a questo, considerando anche che l'operatore radar di Londra ACC ha potuto osservare una eco sconosciuta (immagino che l'avesse definita sconosciuta perchè non accompagnata dalla eco secondaria prodotta dal transponder...) mi chiedo e ti chiedo specificamente:
Date le condizioni del caso in oggetto, potrebbe un oggetto di 3 metri di lunghezza, con sezione rotonda e forma fusiforme quindi senza ali ed impennaggi vari, produrre una eco primaria facilmente osservabile sullo schermo del radar di Londra Controllo, o ci vorrebbe qualcosa di più "sostanzioso"??
Mi rendo conto che per dare una risposta con una certa precisione occorrerebbe conoscere molti altri fattori, ma anche solo una stima derivante dalla tua grande esperienza sarebbe comunque illuminante.
Ufologo 555 ha scritto:
Comunque, tornando a noi, vista la distanza dal radar di avvicinamento (o di quello del Controllo Aereo, se era ancora con lui) ritengo impossibile notare un Oggetto di simile grandezza ad una distanza di oltre 5/6 Km!
Troppo piccolo. Io, al poligono, riuscivo a seguire missli più o meno della stessa grandezza dell'Oggetto ma fino a 4 Km di disrtanza, e poi svanivano (e dovevo anche conoscere da dove partivano!).
Quindi o l'Oggetto era più grande o emanava qualcosa che moltiplicava l'Eco"... (Che ritengo strano, perchè questo si fa con la "guerra elettronica"per ingannare il nemico; ma qui parliamo di ben Altra cosa ...).
Pensa che si fa fatica già a seguire un F-16 (che non è "stealth"!) a 40 Km ....!
Paolog ha scritto:
Non sono certo uno specialista nel settore, ma così a naso mi dava l'idea che un oggetto di tre metri descritto come simile ad un missile, senza ali alettoni o impennaggi vari, difficilmente potesse produrre da diverse decine di miglia di distanza una eco distinguibile.
Quindi penso si possa affermare che verosimilmente l'oggetto doveva avere dimensioni maggiori di quelle citate dal Com.te Zaghetti, che ad occhio e croce azzarderei come paragonabili a quelle di un normale aereo da trasporto passeggeri.
22/01/2010, 10:12
cagliari79 ha scritto:
Eco del mondo, luglio 1950, anno IV, n° 47Il caso Chiles-Whitted
Alle 2,45 di un mattino del luglio 1948 un DC.3 della Eastern Airlines, pilotato dal Comandante Clarence Shipe Chiles e dal secondo J.B. Whitted si trovava alla quota di 1500 metri, circa 30 chilometri a Sud-Ovest di Montgomery, Alabama, in rotta da Houston a New York. C’erano un notevole chiaro di luna e piccole nubi sparse sulla rotta. Erano stati preannunciati temporali, di cui i due piloti già sentivano le prime scariche nella cuffia. “Noi stavamo osservando proprio da quella parte”, dice il Comandante Chiles, "quando vedemmo sulla nostra destra e poco più in alto di noi, un chiarore; poco dopo esso prese l’aspetto di un lungo razzo, abbastanza lontano da noi. Poi diventò più grande e salì. Lo giudicammo lungo una trentina di metri, con una enorme fusoliera, grande circa tre volte quella di un B.29". "E' troppo grande per essere un razzo", disse Whitted" che razza di ordigno sarà?". "Aveva due file di finestrini ed aveva tutto l’aspetto di una fusoliera a doppia parete. Le luci che vedevamo erano terribilmente bianche, come quelle di una fiamma a gas; erano le luci più bianche che avessi mai visto. La sua prua si prolungava in una lunga e sottile antenna che gli dava l'aspetto di un ordigno radar comandato; ed anche il suo comportamento fece pensare ad un radar comandato in quanto, quando fu più vicino a noi, si impennò rapidamente e scomparve in una rapida cabrata". Entrambi i velivoli accostarono sulla propria sinistra. Quello misterioso passò circa 200 metri alla destra e sopra del velivolo di linea. "Poi, come se il pilota ci avesse visto e manovrasse per evitarci, dalla sua parte posteriore apparvero enormi vampate ed esso cabrò nelle nubi, mentre la sua scia scuoteva il nostro DC.3". L'apparecchio, senza ali, sembrava avesse una cabina di pilotaggio nella parte anteriore della sua affusolata fusoliera. La cabina era illuminata molto intensamente, mentre la fusoliera aveva la luminosità di una fiamma al magnesio. "Non scorgemmo persone a bordo", dice Chiles, "i fianchi della cabina apparivano luminescenti, di un bagliore intenso, violetto, che si estendeva da prua a poppa, ed aveva l’aspetto di una luce fluorescente. Gli scarichi avevano un color rosso-arancio, più chiaro vicino ai bordi esterni". Tanto Chiles che Whitted erano concordi nell'affermare che le fiamme degli scarichi si prolungavano per dieci-quindici metri dietro il velivolo e divennero più intense quando esso salì nelle nubi. La velocità stimata era di 1200/1500 Km/h. Subito dopo la scomparsa del velivolo misterioso Chiles lasciò i comandi a Whitted ed andò nella cabina dei passeggeri, per chiedere se nessuno avesse notato qualcosa. L'unico passeggero che non dormiva disse di aver osservato una luce intensissima, che dapprima gli aveva fatto pensare ad un fulmine. Si rese conto che doveva trattarsi d'altro quando la vide procedere in linea retta e scomparire senza alcun tuono; notò anche che tale luce era molto più rossa di quella dei fulmini. Egli però non vide alcuna sagoma o contorno di aeroplano o di altro oggetto. L'intensità della luce era tale che provocò un temporaneo abbagliamento ai due piloti, i quali dovettero accendere le luci in cabina per poter leggere gli strumenti.
Fin qui l’articolo del mensile “Eco del Mondo” del luglio 1950. Per completezza di articolo si può aggiungere che l’avvistamento è avvenuto il giorno 24 luglio 1948 e che la spiegazione dell’epoca fu che i piloti videro "una straordinaria meteora". Tesi fornita dall'allora consulente scientifico del "Project Sign", professor Joseph Allen Hynek. Ecco sotto per concludere alcuni documenti declassificati sul caso, due con i disegni dell’oggetto e una scheda sommaria dell’avvistamento. I documenti fanno parte dell’archivio del “Project Bluebook”
http://centroufologicotaranto.wordpress ... -del-1948/
22/01/2010, 10:14
cagliari79 ha scritto:
Rivista “Astronautics ed Aeronautics” - Luglio 1971INCONTRO CON UFO N. 1
Caso esemplificativo selezionato dal sottocomitato UFO dell’AIAA
Nell’articolo “Valutazione del problema UFO”, nel numero di novembre 1970 su questa rivista alle pagine 49-51, il Sottocomitato aveva promesso di fornire ai membri di questa Associazione un’opportunità per farsi un’opinione in merito al tipo di osservazioni che formano il cuore della controversia UFO.
Il caso scelto per l’occasione, verificatosi il 17 luglio 1957, é trattato nel Rapporto Condon (Condon, E.U., 1969, Scientific Study on Unidentified Flying Objects, Bantam Books Editore, N.Y., pagine 56-58, 136-139, 260-266, 750, 877-894). Durante lo studio effettuato dal gruppo dell’Università del Colorado non fu possibile individuare i relativi documenti a causa di un errore nelle date. Inoltre, le analisi radar e meteo furono realizzate per il 19 settembre 1957 anziché il 17 luglio 1957. Le conclusioni formulate dai membri del Comitato Condon sono le seguenti:
1. Se il rapporto è accurato, descrive un fenomeno insolito, intrigante e sconcertante che, in assenza di informazioni supplementari, deve essere classificato come non identificato (Condon, pag. 57).
2. Non essendo disponibili ulteriori informazioni, non è possibile raggiungere conclusioni definitive. Dal punto di vista della propagazione [questa frase è basata su date non corrette] questo avvistamento deve essere provvisoriamente classificato come sconosciuto (Thayer, pag. 139).
3. Se è mai esistito un eventuale rapporto sull’incidente, redatto a suo tempo nel 1957 dall’equipaggio dell’aereo o dal personale del Servizio Informazioni dell’Aeronautica, non sembrano rimanerne tracce oggi. I filmati dei tracciati radar di bordo ed altri dati che si affermano vennero registrati durante l’incidente non sono mai apparentemente esistiti. La valutazione dell’episodio deve necessariamente basarsi sulle ricostruzioni degli eventi a distanza di dieci anni dai fatti. Tali descrizioni non consentono l’identificazione del fenomeno (Craig, pag. 265).
4. Dopo revisione collettiva, la conclusione unanime è stata che l’oggetto non era un plasma né un fenomeno di luminescenza dell’atmosfera. (Altshuler, pag. 750).
Successivamente il sig. James McDonald è riuscito ad individuare i documenti relativi al caso, a correggere le date del volo ed a trarre ulteriori informazioni da tali documenti, nonché da interviste personali da lui effettuate con i membri dell’equipaggio. Su richiesta del Sottocomitato UFO, il sig. McDonald descrive il caso nel seguente articolo, da cui il lettore potrà liberamente trarre le sue conclusioni.
L’accuratezza del rapporto è stata confermata dal Comandante del velivolo, il Ten. Col. Lewis D. Chase dell’Aeronautica USA (oggi pensionato) con una lettera indirizzata al Sottocomitato.
Questo caso esemplificativo può essere utile per evidenziare le difficoltà che si incontrano nel decidere se la questione UFO può rappresentare o meno un problema scientifico.Osservazioni di un Oggetto Non Identificato nella parte Meridionale-Centrale degli Stati Uniti da parte dell’USAF, in data 17 luglio 1957
Sommario
Un velivolo RB-47 dell’Aeronautica de-gli USA, equipaggiato con apparati di Contromisure Elettroniche (ECM) e con sei ufficiali di equipaggio, fu seguito da un oggetto non identificato per una di-stanza di ben oltre 700 miglia e per un periodo di tempo di un’ora e mezzo mentre si trovava in volo sul Mississippi, attraverso la Louisiana e Texas fino nell’Oklahoma. L’oggetto fu visto in diverse riprese dal personale ai comandi come una luce di elevata intensità, fu seguito dai radar a terra ed avvistato sugli apparati ECM a bordo dell’RB-47.
Di particolare interesse in questo caso sono le numerose ricorrenze di avvistamenti e sparizioni simultanee su tutti e tre i distinti e fisicamente separati “canali”, nonché la inusitata rapidità delle manovre effettuate, che andava ben oltre qualsiasi esperienza dell’equipaggio.
Introduzione
Nelle prime ore del mattino del 17 luglio 1957 un RB-47 partito dalla base dell’USAF di Forbes a Topeka nello stato del Kansas, si trovava in volo per effet-tuare una missione composita che comprendeva esercitazioni a fuoco sull’area del Texas-Golfo del Messico, esercitazioni di aeronavigazione sul Golfo ed infine esercitazioni ECM (ovvero di contromisure elettroniche) previste nel corso della tratta di rientro attraverso la parte meridionale-centrale degli Stati Uniti. L’RB-47 aveva un equipaggio di sei uomini, tre dei quali erano ufficiali specializzati nella guerra elettronica ai comandi degli apparati ECM, siti nella parte posteriore del velivolo. I loro nomi sono i seguenti: Lewis D. Chase, pilota; Ja-mes H. McCoid, copilota; Thomas H. Henlay, navigatore; John J, Provenzano, al Monitor 1; Frank B. McClure, al Monitor 2; Walter A. Tuchscherer, al Monitor 3. Per questa descrizione mi baserò sulle risultanze delle mie interviste all’equipaggio e sui documenti che sono riuscito a reperire. Questi consistono in un messaggio TWX di 3 pagine dal 745mo ACWRON di Duncanville, Texas protocollato il 17 luglio 1957 alle 1557Z ed un sommario di quattro pagine redatto da E. T. Piwetz, Ufficiale del Servizio Informazioni dell’USAF, 55mo Reparto Ricognizione, Base USAF di Forbes, e trasmesso al Quartiere Generale dell’ADC alla base di Ent, Colorado, in ottemperanza ad una richiesta del 15 agosto da parte del Col. F. T. Jeep, direttore del Servizio Informazioni presso l’ADC. Tale sommario, assieme ad un Rapporto di Osservazioni di dodici pagine fu trasmesso il 17 novembre al Progetto Blue Book, e fu evidentemente la prima documentazione che il Progetto ricevette sul caso. Il rapporto di dodici pagine (AISOP n. 2) fu preparato dal Magg. Chase il 10 settembre e contiene diversi punti di interesse che non compaiono in altri documenti sul caso. Vi sono infatti precisi riferimenti temporali, geografici ed altre circostanze, ed in generale il documento ha il pregio di essere stato redatto quando tutti i dettagli degli eventi erano ancora freschi nella mente dei membri dell’equipaggio.
Luglio 1971 67
Prima di descrivere il primo contatto ECM è necessario descrivere brevemente la natura dei sistemi ECM coin-volti (i dettagli non sono più classificati, anche se tutti i documenti inerenti al caso recavano inizialmente la classifica SEGRETO.) L’RB-47 del caso era dotato di tre sistemi Indicatori di Direzione (DF) passivi che servivano a determinare le coordinate dei radar di terra nemici, nonché le loro caratteristiche a livello degli impulsi radio emessi. Il ricevitore, o Monitor, numero 2 ai cui comandi si trovava McClure era un apparato ricevitore ALA-6 con antenne in configurazione Back-to-Back (ovvero unite per la parte posteriore) ospitate sotto la pancia dell’RB-47 che, ruotando a 150 o 300 giri al minuto, effettuando la scansione in azimut (ovvero in orizzontale). Si noti che questo significa che erano in grado di esaminare un radar di terra distante con una cadenza di 10 volte in un secondo. La banda di frequenza sulla quale operava si estendeva da 1.000 a 7.500 MHz. All’interno del velivolo i segnali ricevuti dall’ALA-6 venivano processati in un ricevitore radar APR-9 ed in un analizzatore di impulsi ALA-5. I successivi riferimenti al Monitor n. 2 sottintendono l’insieme dei citati sistemi.
Il Monitor n. 1
Il Monitor n. 1 ai cui comandi si trovava Provenzano, era un sistema Indicatore di Direzione (DF) APD-4 con due antenne fisse montate sotto le estremità alari, ed operava a frequenze più elevate. Il Monitor n. 3, che copriva la gamma di frequenze da 30 a 1000 MHz aveva Tuchscherer ai comandi e, non essendo stato interessato dagli eventi, non verrà qui descritto. Allo stesso modo le comunicazioni nella banda delle VHF non furono interessate dal fenomeno.
Per maggior chiarezza occorre ricordare che gli Indicatori di Direzione (DF) non sono radar e non emettono segnali destinati a rimbalzare su bersagli lontani. Essi lavorano in modo passivo ricevendo solamente i segnali emessi da altri radar ed analizzandone le “firme”, ovvero le distintive caratteristiche radioelettriche. Ricevendo il segnale di un radar distante, lo schermo dell’apparato visualizza un impulso, o una tacca a seconda del tipo di schermo, in una posizione azimutale corrispondente al rilevamento relativo del radar, espresso nel sistema delle coordinate del velivolo. Nel caso di un radar di terra fisso al quale l’aereo si avvicina di lato, la tacca viene inizialmente visualizzata sulla parte superiore dello schermo per poi muoversi verso il basso (down-scope) man mano che l’aereo si sposta. Questo è un punto da tenere bene a mente nell’interpretare la successiva descrizione dei fatti.
Avendo completato l’esercitazione di navigazione sul golfo del Messico, Chase fece rotta verso la costa del Mississippi volando ad una quota di 34.500 piedi (circa 10.500 metri) ad una velocità di circa 0.75 Mach (258 nodi indicati, corrispondenti ad una velocità rispetto al suolo di 500 miglia all’ora). Il tempo era perfetto e praticamente senza nubi per effetto di una vasta area di altra pressione che si estendeva fino alla troposfera, e non vi erano temporali o precipitazioni di sorta lungo l’intera rotta. Poco dopo avere oltrepassato il punto indicato con A nella mappa di pag. 68, in corrispondenza della costa vicino a Gulfport, McClure notò sul Monitor n. 2 un segnale nella posizione delle ore 5 (nella parte posteriore del fascio di destra). Gli parve di stare ricevendo il segnale di un radar di terra. Avendo quindi notato che il segnale sembrava muoversi verso la parte superiore dello schermo (up-scope) McClure formulò l’ipotesi che si trattasse del segnale di un radar di terra sito a nordovest dell’aereo che, per una qualche indefinita ragione di natura elettronica, veniva rappresentato dallo strumento con una ambiguità di 180 gradi. Ma quando osservò la traccia, che, dopo avere effettuato il movimento verso l’alto, attraversò la rotta dell’RB-47 e, situatasi sul lato sinistro, cominciò a muoversi verso la parte bassa dello schermo (down-scope), McClure, incapace di trovare una spiegazione ad un tale evento, affermò di avere scartato l’ipotesi dell’ambiguità di 180 gradi.
Fortunatamente egli aveva esaminato le caratteristiche del segnale prima che questo scomparisse dal lato sinistro dello schermo. Discutendo con me di questo episodio, egli ricordò che la frequenza era vicina a 2.800 MHz e ricordò anche che trovò particolarmente strano il fatto che il segnale presentava parametri di ampiezza dell’impulso (pulse width) e frequenza di ripetizione degli impulsi (PRF) molto simili a quelli di un tipico radar di ricerca terrestre in Banda S. Si ricordò anche che aveva una velocità di rotazione simulata che pareva normale. Forse a causa delle forti somiglianze con le caratteristiche di apparati terrestri di vasta diffusione come il CPS-6B, Mc-Clure in quell’occasione non avvertì del fatto nessun membro dell’equipaggio. Si sarebbe poi appurato in un secondo tempo che il Monitor n. 1 non stava lavorando sulla frequenza in questione, mentre il n. 3 non poteva lavorare su tale banda, come McClure e gli altri mi fecero notare.
Vengono di seguito riportate le informazioni contenute nel rapporto informativo preparato dall’Ufficiale del Servizio In-formazioni dell’USAF, reparto COM-STRATRECONWG 55 della base di Forbes, riguardante questa parte dell’incidente che ha coinvolto il velivolo (il cui indicativo di chiamata per le comunicazioni radio era “Lacy 17”);
Rapporto:
Operatore di ricognizione ECM 2 di Lacy 17, aereo RB-47, intercettava circa a Meridian, Mississippi, un segnale con le seguenti caratteristiche: frequenza da 2.995 a 3.000 MHz ; larghezza impulso di 2,0 microsecondi; frequenza di ripetizione degli impulsi 600 cicli al secondo; rotazione 4 volte al secondo; polarizzazione verticale. Il segnale si è mosso rapidamente verso l’alto dello schermo dell’apparato Indicatore di Direzione indicando una sorgente di segnale in rapido movimento. Il segnale fu abbandonato dopo l’osservazione…
Primo contatto visuale
Se null’altro fosse successo nel corso del volo che indicasse che un qualche oggetto insolito si trovava in prossimità dell’RB-47, probabilmente le osservazioni di McClure sarebbero sicuramente passate sotto silenzio e sarebbero state rapidamente dimenticate anche da egli stesso. Era sconcertato, ma sempre incline a ritenere che si dovesse trattare di un qualche problema di natura elettronica.
Il piano di volo prevedeva quindi una virata ad ovest fra Meridian e Jackson, Mississippi (Punto B) con esercitazioni in cui gli ufficiali addetti alla guerra elettronica effettuavano operazioni ECM simulate contro radar di terra noti. Le annotazioni effettuate sul momento confermano ciò che Chase e McCoid mi avrebbero poi descritto molto più vividamente, e con maggiori dettagli, sugli strani eventi che si sarebbero verificati.
Essi virarono assumendo una rotta vera di 265 gradi, sempre alla velocità di 0,75 Mach ed alla quota di 34.500 piedi (10,5 Km). Alle 1010Z il Maggiore Chase, seduto nel sedile anteriore, avvistò quello che in un primo momento gli parvero le luci di atterraggio di un altro jet che gli si avvicinava velocemente provenendo all’incirca dalla posizione delle ore 11 a circa la stessa quota del-l’RB-47 (o forse un po’ più alto). Avvisò del fatto McCoid, segnalando l’assenza di luci di navigazione e, mentre l’intensa luce bianco-bluastra continuava ad avvicinarsi rapidamente, avvisò mediante l’interfono di bordo il resto dell’equipaggio di tenersi pronto per delle improvvise manovre evasive. Ma prima che egli potesse mettere in atto una qualsiasi manovra, lui e McCoid videro la luce brillante cambiare direzione quasi istantaneamente, passando in un attimo dalla parte sinistra a quella destra ad una velocità angolare che Chase mi disse di non avere mai osservato nei suoi 20 anni di volo, prima e dopo dell’incidente. La sorgente luminosa si era mossa con estrema rapidità dalla posizione delle ore 11 a quella delle ore 2, quindi era svanita. Il resoconto scritto riempito da Chase come parte dell’interrogatorio successivo allo svolgimento dei fatti indica la posizione dell’RB-47 al momento del primo avvistamento delle 1010Z sulle coordinate 32.00N e 91.28W, ovvero nelle vicinanze di Winnsboro (Punto C).
La descrizione dei fatti ottenuta nel corso delle interviste del 1969 con questi ufficiali è pienamente supportata dal rapporto originale redatto del Servizio Informazioni dell’USAF:
Alle 10101Z comandante aereo avvista per prima cosa una luce bianca molto intesa con tinta bluastra ad ore 11 rispetto al suo velivolo che attraversa la rotta situandosi a circa posizione ore 2,30; anche copilota osserva passaggio ad ore 2,30 da dove apparentemente sparisce.
Durante il volo Chase non osservò alcuna anomalia nella girobussola.
Azioni sull’area del Texas-Louisiana
Subito dopo la scomparsa della sorgente luminosa, Chase e McCoid cominciarono a discutere dell’avvenimento all’interfono, con il resto dell’equipaggio, già allertato, che ascoltava. McClure, ricordando lo strano segnale che aveva ricevuto col suo ALA-6 vicino a Gulf-port, informò per la prima volta dell’avvenuto e sintonizzò il suo monitor per esplorare la banda intorno ai 3.000 MHz.
Così facendo trovò un forte segnale a 3.000 MHz proveniente all’incirca dalla posizione delle loro ore 2, esattamente il rilevamento del punto nel quale la sorgente luminosa sconosciuta si era spenta qualche momento prima.
Provenzano mi disse che subito dopo verificarono il corretto funzionamento del Monitor n. 2 ricevendo stazioni radar di frequenza nota, per assicurarsi che non si trattasse di un malfunzionamento del loro apparato; la verifica con-fermò che tutti gli apparati funzionavano perfettamente.
Quindi sintonizzò il suo Monitor n. 1 sui 3.000 MHz e pure lui ricevette un segnale dallo stesso rilevamento. Rimaneva naturalmente la possibilità del caso fortuito di un segnale proveniente da un radar di terra sito in quella direzione ma, man mano che l’RB-47 proseguiva nella sua rotta verso ovest a circa 500 miglia all’ora, il rilevamento relativo della radiosorgente a 3.000 MHz là fuori nell’oscurità non si mosse verso il basso dello schermo come sarebbe successo per una qualsiasi stazione radar di terra, ma mantenne un rilevamento costante.
Notai come questo episodio ed i seguenti fossero ancora ben vivi nelle menti di tutti gli uomini, per quanto i loro ricordi si diversificassero per particolari di minore importanza, in base alle attività alle quali essi erano intenti al momento. Chase allora aumentò la potenza dei motori portandola al massimo valore consentito, ma il rilevamento del-la radiosorgente a 3.000 MHz non mutò. Attraversarono la Louisiana diretti verso la parte est del Texas sempre con l’oggetto che manteneva la stessa posizione rispetto all’aereo. Entrarono quindi nell’area di copertura radar del 745mo ACWRON di Duncanville nel Texas ed a quel punto Chase, abbandonata la sua iniziale riluttanza a richiamare l’attenzione su una tale questione, contattò la stazione (indicativo di chiamata radio “Utah”). Diversi degli uomini mi fecero notare che a quel punto l’equipaggio stava cominciando ad accusare segni di disagio; questa fase dell’incidente viene descritta in modo conciso nel seguente estratto del rapporto informativo a cura dei Servizi di Informazione dell’USAF:
Comandante del velivolo informò equipaggio, ed operatore ECM n. 2 cercò e trovò a circa le 1030Z segnale sopra descritto ad un rilevamento relativo di 070 gradi; alle 1035Z ad un rilevamento di 068 gradi ed alle 1038 al rilevamento relativo di 040 gradi.
Si noti che la tempistica sopra descritta sembrerebbe indicare che McClure non avesse pensato subito ad effettuare il controllo del suo ALA-6, e che invece sarebbero trascorsi all’incirca 20 minuti prima che vi avesse provveduto. Si noti inoltre che alle 1038Z la radiosorgente sconosciuta a 3.000 MHz si stava muovendo verso la parte superiore dello schermo rispetto alle 500 miglia all’ora dell’RB-47.
Il rapporto informativo così continua:
Alle 1039Z comandante avvista forte luce che stima trovarsi 5.000 piedi sotto velivolo in posizione di circa ore 2. La quota dell’aereo era 34.500 piedi con tempo perfettamente chiaro. Per quanto il comandante non potesse determinare forma o dimensioni oggetto, ebbe netta impressione che la luce emanasse dalla parte superiore.
A circa 1040 Operatore ECM n. 2 informò che riceveva due segnali ai rilevamenti relativi di 040 e 070 gradi. Comandante velivolo e copilota avvistarono questi due oggetti in medesimo momento con stesso colore rosso. Comandante fu autorizzato ad ignorare piano di volo e seguire oggetto. Notificò il sito ADC di Utah e richiese ogni possibile assistenza. Alle 1042Z l’ECM n. 2 aveva un solo oggetto al rilevamento relativo di 020 gradi.
Nel corso delle mie interviste con l’equipaggio ho trovato discrepanze nelle memorie degli uomini in merito ad alcuni dei punti sopra citati. McCoid si ricordò che la fonte luminosa si mosse occasionalmente in modo brusco spostandosi dal lato destro a quello sinistro e viceversa. Chase ricordò che essi avevano contattato Utah (anche se lui ricordava il GCI di Carswell) prima dei su ci-tati eventi, e che Utah aveva inquadrato l’oggetto da terra nel periodo in cui questo si mosse verso l’alto dello schermo e riapparve alla vista. Come si vedrà oltre, il resoconto dell’epoca chiarisce che Utah non inquadrò l’oggetto sconosciuto che fino ad un momento dopo, quando l’aereo aveva virato a nordovest passando fra Dallas e Fort Worth. Chase mi riferì di avere ottenuto l’autorizzazione della FAA (Ente dell’Aviazione Civile degli USA) a seguire l’oggetto effettuando una virata fuori rotta (Punto D), e che tutti gli altri aerei erano stati dirottati in modo da consentirgli di continuare l’inseguimento.
Il rapporto del Servizio Informazioni così prosegue:
Alle 1042Z l’ECM n. 2 rilevava un oggetto al rilevamento relativo di 020 gradi. Il comandante aumentò la velocità a Mach 0,83 virando per intercettarlo ed oggetto accelerò in direzione contraria. Alle 1042,5Z l’ECM n. 2 ricevette due segnali ai rilevamenti relativi di 040 e 070 gradi. Alle 1044Z aveva un solo segnale al rilevamento relativo di 050 gradi. Alle 1048Z l’ECM n. 3 stava registrando le comunicazioni sull’interfono e con la postazione di comando.
Il sito ADC ordinò all’aereo di attivare l’IFF in modo III onde consentirne la positiva identificazione quindi richiese la posizione dell’oggetto: equipaggio riferì posizione dell’oggetto a circa 10 miglia nautiche a nordovest di Fort Worth, Texas e sito ADC di Utah confermò immediatamente la presenza di oggetti sui loro schermi.
A circa 1050Z l’oggetto sembrò arrestarsi e l’aereo lo superò. Utah riferì in quel momento di avere perso l’oggetto dai loro schermi, e lo stesso accadde ad ECM n. 2.
Rispondendo alle mie domande, Chase affermò che ricordava esserci stata simultaneità fra il momento in cui cominciò ad avere la sensazione di trovarsi in fase di chiusura con l’oggetto a circa la velocità dell’aereo ed il momento in cui Utah avvisò che l’oggetto era parso fermarsi sui loro schermi. Disse di avere effettuato una lieve virata per evitare una collisione, non essendo sicuro di quale fosse l’altitudine dell’oggetto rispetto all’aereo, e di essersi quindi reso conto, man mano che completava la chiusura, di trovarsi al di sopra di esso. Nel momento in cui sparì simultaneamente dalla vista, dallo schermo dell’ECM n. 2 e dagli schermi della stazione di Utah si trovava ad un angolo di depressione di circa 45 gradi rispetto all’aereo.
Chase virò a sinistra nelle vicinanze di Mineral Wells, Texas (Punto E) e lui e McCoid si guardarono alle spalle per cercare di individuare nuovamente la sorgente luminosa. Tutti ricordarono la quasi simultaneità con la quale questo riacquistò la sua luminosità, riapparve sullo schermo del n. 2 e fu nuovamente inquadrato dal sito radar terrestre di Utah.
Il rapporto del 1957 descrive tali avvenimenti come segue:
L’aereo cominciò la virata. ECM n. 2 rilevò un segnale a rilevamento relativo di 160 gradi, Utah ritrovò contatto su schermo, e comandante aereo riottenne contatto visuale. Alle 1052Z l’ECM n. 2 riceveva il segnale al rilevamento relativo di 200 gradi, in movimento verso la parte alta dello schermo. L’aereo cominciò manovra di chiusura su oggetto fino a distanza stimata di 5 miglia nautiche. In questo momento oggetto parve perdere circa 15.000 piedi di quota e comandante aereo perse contatto visuale. Anche Utah perse oggetto dai loro schermi.
Alle 1055Z nell’aera di Mineral Wells, Texas, equipaggio notificò Utah di essere costretti a rientro causa scarsità di carburante. Equipaggio richiese ad Utah se era stato trasmesso Rapporto CIRVIS, ed Utah rispose positivamente. Alle 1057Z l’ECM n. 2 riceveva un segnale al rilevamento relativo di 300 gradi ma Utah non aveva contatto su loro schermi. Alle 1058Z comandante aereo riotteneva contatto visuale con oggetto a circa 20 miglia nautiche a nordovest di Fort Wort, Texas ad altezza stimata di 20.000 piedi ed in posizione di ore 2 rispetto aereo.
Chase aggiunse ulteriori dettagli su questa porzione dell’incidente, affermando di avere chiesto ed ottenuto da Utah l’autorizzazione di discendere verso l’oggetto quando questo era sceso di quota. Egli non ricordò l’improvvisa discesa citata nel rapporto del Servizio Informazioni USAF, e vi è un certo numero di particolari in esso non ricordati da nessuno dei membri dell’equipaggio. Mi disse che quando discese da 35.000 piedi a circa 20.000, l’oggetto sparì contemporaneamente dalla vista, dallo schermo dell’ECM n. 2 e dagli schermi del radar di terra di Utah. Anche McClu-re ricordava tale contemporanea sparizione. E’ il caso di menzionare che l’occasionale comparsa di una seconda fonte luminosa e radar-emittente non è stata ricordata da nessuno degli ufficiali da me intervistati nel 1969.
Azioni sull’area Texas - Oklahoma
McCoid ricordò che, circa a questo punto dell’episodio, stava cominciando a preoccuparsi per l’eccessivo consumo di carburante causato dalla velocità elevata e dal fatto di avere effettuato notevoli diversioni dal piano di volo originale. Avvisò quindi Chase che per questo motivo avrebbero dovuto fare ritorno alla loro base di Forbes, così dalla zona di Fort Worth misero prua verso nord.
McClure e Chase ricordano che, una volta messa prua a nord da Fort Worth, il sistema ALA-6 ritornò a ricevere un segnale a 3.000 MHz in direzione della coda dell’aereo, ma non vi fu accordo se l’oggetto fu inquadrato anche dai radar di terra nello stesso momento. McCoid fu incapace di fornire ulteriori dettagli. Fortunatamente il rapporto del Servizio Informazioni USAF del 1957 fornisce una sintesi degli eventi verificatisi in questa fase del volo nella quale si spostarono sull’Alabama in direzione nord:
Alle 1120Z l’aereo assunse rotta verso base. Questo posizionò l’area dell’oggetto in direzione della coda del velivolo. L’ECM n. 2 continuò a ricevere il segnale dell’oggetto ad un rilevamento relativo compreso fra 180 e 190 gradi fino alle 1140Z, quando aereo trovavasi circa al traverso di Oklahoma City, Oklahoma. In questo punto il segnale svanì bruscamente. Il DOI del 55mo SRW non ha dubbi sul fatto che via stata per numerose volte l’esatta coincidenza fra l’avvistamento visuale e quello strumentale sullo schermo dell’Indicatore di Direzione, confermando positivamente che l’oggetto era la sorgente del segnale.
Chase ricordava che l’oggetto fu con loro solo nella parte sud dell’Oklahoma; Hanley lo ricordava per tutto il percorso fino ad Oklahoma City (Punto G) e gli altri ricordano solo che fu con loro per una tratta indefinita nella tratta nord del percorso fra Fort Worth e Topeka, la loro base.
Il Progetto Blue Book
Le registrazioni d’archivio indicano che il Progetto Blue Book ricevette una sintesi informativa sull’incidente da par-te dell’ADC il 25 ottobre 1957 (oltre 2 mesi dopo gli eventi). Un suo “Sommario Breve” termina con la seguente frase:
Esaminando assieme alla la CAA i dati dell’incidente, è stato definitivamente accertato da quest’ultima che l’oggetto avvistato nelle vicinanze di Dallas e Fort Worth era un aereo di linea.
Si tratta di una mancata collisione di due DC-6 dell’American Airline vicino a Salt Flats, Texas a 50 miglia nautiche da El Paso a 14.000 piedi alle 3:30 di quello stesso giorno. Il caso fa parte oggi dei documenti ufficiali del Progetto Blue Book catalogato come “Identificato come Volo 655 della American Airlines”.
Muore MacDonald
Il 13 giugno James E. MacDonald fu trovato morto nel deserto vicino a Tucson. Aveva 51 anni.
SIGLE, ACRONIMI , ABBREVIAZIONI UTILIZZATE NEL TESTO:
TWX: Denominazione generica di un messaggio trasmesso per telescrivente ACWRON: Da Aircraft Control & Warning Squadron = Reparto di Controllo del Traffico Aereo (Militare)
ADC: Da Aerial Defence Command = Comando della Difesa Aerea
USAF : Da United States Air Force = Aviazione militare degli Stati Uniti d’America
COMSTRATRECONWG 55: (probabilmente) da Command Of Strategic Reconnaissance, 55th Wing = 55° Reparto del Comando dei Ricognitori Strategici
CAA: Da Civil Aeronautics Administration: L’Ente dell’Aviazione Civile statunitense (che nel 1958 ha assunto la de-nominazione di Federal Aviation Administration - FAA)
CIRVIS: Da Communications Instructions for Reporting Vital Intelligence Sightings = Un rapporto di avvistamento redatto secondo norme standard, concordate fra aviazione civile e militare negli Stati Uniti d’America (Normativa JANAP-146(D)) allo scopo di favorire un rapido interscambio di informazioni ed allertamento dei sistemi difensivi in caso di avvistamenti importanti
DOI : Da Director Of Intelligence = Direttore dei Servizi Informativi
55mo SRW: Da 55th Strategic Reconnessaince Wing = 55mo Reparto Ricognizione Strategica
------------------------------------------------------------------------------
Nota del traduttore: il presente documento è la traduzione dell’articolo intitolato “UFO ENCOUN-TER 1 - Sample Case Selected by the UFO Subcommitte of the AIAA” così come è apparso sulla rivista Aeronautics & Astronautics, pubblicata dalla AIAA (Ame-rican Insitute of Aeronautics and Astronautics), una delle più importanti associa-zioni di categoria del settore aerospaziale degli USA.
Ho cercato di mantenere la più assoluta fedeltà alla versione originale, evitando qualsiasi colorazione romanzesca. I link a siti esterni e le note sono state da me inseriti per dare al lettore la possibilità di documentarsi al meglio e/o approfondire le varie e complesse tematiche che l’articolo.
Questa traduzione non reca alcun copyright, per cui chiunque può ridistribuirla a piacere; l’unica cosa che chiedo è che sia citato il traduttore.
Traduzione effettuata da Paolo G - 09/09/2005
http://www.freewebs.com/paolog/UFORB47/UFORB47-Ita.pdf
22/01/2010, 10:14
cagliari79 ha scritto:Spagna pubblica dossier top secret - IR3
I documenti resi pubblici, riguardano i rapporti di avvistamenti UFO e Incontri con esseri alieni avvenuti nel 1976 sulle isole spagnole delle Canarie. Il 1976 segnò l'inizio di un'intensa ondata di avvistamenti UFO e i fascicoli pubblicati, sono compilati in modo accurato, concordando con grande attenzione su ciò che è stato visto nell'isola. Questo evento inconsueto, ha avuto inizio nella notte del 22 giugno 1976. Residenti di Tenerife, La Palma, La Gomera hanno iniziato ad avvistare misteriose luci insolite nel cielo quasi simultaneamente.
Rapporto indagine militare declassificato
http://www.planetabenitez.com/desclasif ... 191176.htm
Una nave di scorta armata della Marina spagnola, la "Atrevida" fece rapporto, ovvero rese pubblica la prima relazione di attività insolita nei cieli. La nave si trovava a circa tre miglia e mezzo al largo della costa di Fuerteventura Island. Alle 9:27 PM, l'equipaggio ha osservato una sfera di un intenso colore giallo-blu, che si trovava sulla riva dell 'isola. Il capitano della nave ha presentato una relazione dettagliata di avvistamento nel registro della nave. L' UFO è stato anche visto e segnalato dai residenti dell'isola, ed esattamente dai tre villaggi di Galdar, Las Rosas e Agaete. Tutti questi rapporti hanno contribuito a rendere più pesanti le relazioni.
La descrizione degli Alieni
Due esseri alieni alti 8-10 piedi (3 metri circa) in altezza, erano l'equipaggio di questa sfera di luce enorme, e si potevano vedere atraverso di essa come se fosse trasparente. Gli Alieni si trovavavno su una piattaforma, o centro di controllo di un settore, uno su un lato e uno dall'altro lato. Gli alieni indossavano vestiti di un colore rosso, e non si distoglievano dallo svolgimento dei loro compiti. Gli esseri erano di forma umanoide, con la testa sproporzionatamente grande per il resto dei loro corpi. Indossavano un casco. Il medico di bordo della nave è stato in grado di raccogliere una buona descrizione degli esseri e la piattaforma, perché era comunque tutto trasparente. Egli ha potuto vedere le stelle attraverso la sfera.
L'ORB si allontana:
Dopo poco tempo la sfera, ha iniziato a crescere più grande e più grande, poi dopo ha cominciato a abbandonare l'isola verso la città di Tenerfie. Dopo aver raggiunto la sua dimensione definitiva, quindi sciolta come in una piccola bolla di piccole dimensioni, scompare alla volta del cielo.
Un testimone dell'Isola di Tenerife, ha raccontato che mentre stava guardando la televisione il monitor è diventato bianco. Quando lo schermo è andato in bianco, il suo cane ha cominciato ad abbaiare ad alta voce al di fuori di casa sua. Si è affacciato per controllare e ha visto la sfera con gli esseri alieni che erano intenti a manovrare strumenti di bordo.
http://www.altrogiornale.org/comment.php?comment.news.3027
22/01/2010, 10:16
22/01/2010, 10:18