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Taliesin ha scritto: Cita:
EddyCage ha scritto:
sta di fatto che imparare una religione o un culto dai libri non sia la stessa cosa che viverla. Non posso fare a meno di reputare questo "neo paganesimo", in quanto, e credo che te possa capire, vivere una situazione è ben differente che studiarla. [hl]Anche con la pizzica ad esempio, per quanto sia legata ai culti greci, nessuno più ormai potrebbe eseguire ciò che avveniva 2000 e passa anni fa.Il mondo, la cultura si è mutata, la Chiesa ha inglobato e suggestionato tali riti e, sebben qualcosa ancora sopraavvive e rimane, da quì a rifare le stesse cose che vivevano gli antichi ce ne passa.Ecco perchè, a parte quei popoli baltici e pochi altri, sono pochi quelli che si possono definire veri pagani. Il neo paganesimo è vittima, per forza di cose, a cambi dovuti al suo tempo, visto che qualcosa si è perso, e qualcosa si è ritrovato.
Caro Eddy, approfitto di questa affermazione per cercare di fare un pò di chiarezza sull'argomento, perchè è una critica molto comune che viene mossa ai diversi movimenti neo pagani...forse che invece i rituali cristiani di oggi hanno le stesse modalità di applicazione di quelli praticati dagli antichi cristiani? Forse che l'insegnamento del cristianesimo antico è lo stesso di quello che viene diffuso oggi? Dov'è allora la tolleranza, dov'è l'amore per il prossimo? Dov'è l'umiltà e dov'è la povertà che dovrebbero predicare e che non sia quella di spirito, perchè di quella la chiesa come istituzione ne ha da vendere...
Con questo non volevo espressamente criticare ciò che fanno gli altri nelle loro parrocchie, ma intendere come fosse naturale che nel tempo i gesti, le parole le modalità rituali potessero cambiare, giustamente dico io, a patto di non stravolgere ciò che con quel modo di operare si voleva intendere...
Io non credo che tutto si sia perduto delle antiche tradizioni pagane...certo un solstizio d'estate oggi non si celebrerà più come si faceva qualche secolo fa, tuttavia, mi domando: è così importante la
forma con la quale esprimi il tuo credo o il tuo amore verso il creato?
Forse che un solstizio d'estate ( è il solito esempio) celebrato oggi ha meno valore di quello celebrato secoli fa solo perchè le parole ed i gesti sono differenti? Forse che la tua pizzica ( è una danza vero?) ha meno dignità e valore oggi di quella che aveva nei tempi trascorsi perchè strumenti e metrica musicale magari erano diverse? Io non credo sia così...
Cosa dovremmo fare allora, noi neo pagani, veramente dovremmo cercare di scimmiottare quelli che ci hanno preceduti ed intristirci perchè ci sentiamo inadeguati nei confronti di chi prima di noi alzava la sua voce al cielo?
Vale dunque così poco, vien da pensare, ciò che facciamo oggi?
O invece è giusto che noi ci si adatti al nostro tempo e con quello che abbiamo e ricordiamo, cercare di ottenere lo stesso risultato, ovvero celebrare noi stessi e la divinità che portiamo dentro di noi in armonia con la terra che oggi ci circonda.
Io non faccio
ricostruzione storica, quando con i miei familiari e amici celebriamo-festeggiamo particolari momenti di passaggio durante l'anno...se lo facessi forse allora potrei essere dispiaciuto per non avere la certezza che quello che sto cercando di ricostruire non è la stessa cosa da un punto di vista storico.
Ma ripeto, la mia pratica spirituale non vuole essere una ricostruzione storica.
La storia, è statica...non lo deve essere una pratica spirituale.
Quando nel mio bosco accendo un piccolo fuoco e faccio offerte alle mie divinità per il bene della mia terra e della mia gente, non voglio imitare, ricostruire, ricreare nei gesti, nelle parole e nella forma quello che gli Antichi facevano, voglio solo che il loro spirito, la loro intenzione sia nuovamente onorata, perchè ciò che volevano onorare allora è la stessa cosa che io oggi, ancora voglio onorare... Con parole e gesti forse diverse, in una lingua diversa, ma non mi importa.
Forse che la Dea o il Dio che onoro giudicheranno meno degno il mio lavoro a causa di gesti e parole diverse? Un Dio così se lo sono già inventato e non mi piace.
Certo è, che a differnza degli Antichi, tutto questo io lo devo fare di nascosto o comunque con molta attenzione causa cacciatori che mi possono sparare nel culo o guardie ecologiche che temono l'incendio del secolo o contadini che credono sia li per rapinargli l'orto. Purtroppo dove vivo io la situazione è questa...
Guardate la naturalità, la felicità di condividere di ballare insieme delle persone del filmato e guardate quanto sono belle grosse e verdi e sane le foglie di quercia delle loro corone...segno che la terra che li ospita è sana e viva come lo spirito di chi la abita.
Bellissimo quello che hai scritto

son contento per te che ci credi, in effetti, se esistessero i tuoi Dei credo che non importerebbe loro la lingua con cui li preghi. Non sono quì per dire se esistano o meno, son contento per te.
Quello che intendevo io è che i tempi passano, e se per qualche religione ciò porta al suo mutamento per altre, come certe religioni antiche, porta alla perdita dei vecchi riti o al cambiamento e attualizzazione di questi.
Parlo della pizzica, vistl che è ciò che conosco meglio per spiegarti cosa era e cosa è, non mi dilungo, spero di sintetizzare bene
La pizzica intanto non è una danza, ora è diventata una danza e una forma di intrattenimento, ma era un rituale pagano legato all'antica grecia e alla vita campestre. Esportato in Italia con la colonizzazione di questa da parte dei Greci e diffusasi in tutto il Sud. E' molto probabile, anzi quasi certo, che tarantelle napoletano, calabresi, sarde e la pizzica pugliese abbiano in comune un antico rito di esorcismo.
Il fatto è che in Puglia questo rito è sopravissuto fino a quasi cinquant anni fa. Anche se è stato inglobato dalla Chiesa sostituendo i vecchi protettori con San Paolo, protettore del morso di vipere, serpenti e ragni.
La storia, in breve è questa
Nei tempi antichi buona parte della popolazione era di origine contadina, devi immagginare che sia il modo di vivere che il modo di concepire la vita era molto diverso da quello attuale. Non c'erano vacanze o riposi, se non quelli dettati dalle feste o dallo scorrere delle stagioni. Si seguiva l'andamento naturale delle cose. Da mattina a sera si lavorava. La realtà contadina era molto dura e non per tutti era facile sopportare ciò.
Devi capire che l'ampiezza intellettuale di adesso ancora non era possibile ai più, era un mondo dove davvero si credevano a certe cose, la superstizione regnava sovrana, la scienza era sostituita dalla religione. Molte cose erano ancora inspiegate.
Ora succedeva che a volte, molto spesso donne, mentre erano nei campi venivano pizzicate da insetti o ragni.
In particolare si dice che esistesse questo ragno mitico (la taranta appunto) che quando pizzicava rendeva irrequieto o pazzo colui che veniva morso. Uomo o donna che era...
A quei tempi non esistevano medici, le cure non erano come le intendiamo noi ora.
Per le malattie del cervello non esistevano psichiatri, ma la mente di quelle civiltà, predisposta a un determinato mondo perchè ci vivevano, credevano a ciò che gli succedeva tanto da stare male veramente.
Un pò come i riti vodoo, le persone di quei luoghi credono fermamente in quei riti che muoiono dopo che la sacerdotessa gli lancia il maleficio.
Sta di fatto che l'antica cura che serviva per scacciare sia il veleno che la manifestazione del ragno che prendeva vita nella persona attraverso il morso era questo esorcismo che veniva praticato con tamburelli e strumenti a corde e flauti. A quei tempi era un rito che veniva praticato all aperto (e di questo se n'è perso traccia), si pensa che venisse praticato di sera (e se n'è perso traccia) e serviva letteralmente a esorcizzare la vittima. il ragno mitico, infatti, non solo iniettava il veleno ma entrava come spirito dentro il corpo della vittima, la quale, ogni tot di tempo, "impazziva", soffriva e si dimenava, come le nostre i nostri indemoniati, per intenderci.
Venivano allora chiamati i musici (che non erano musici, erano persone rispettate per quello che facevano, erano curatori agli occhi di quella gente) che attraverso il ritmo incessante del tamburello, che scandiva terzine ritmiche martellanti (gli strumenti sono le uniche cose che son rimaste quasi uguali

) prendevano possesso della mente della vittima, che, in stato di trance, incominciava a ballare, sospesa sul filo del ritmo che non finiva, si faceva condurre fino al limite della pazzia, e, una volta sfinita, si depurava portando via, insieme alla stanchezza dovuta allo sfinimento della lunga danza, anche tutti i mali che affliggevano il suo corpo, il so cuore e la sua anima.
Sta di fatto che a scadenze bene definite il ragno si faceva risentire, non si guariva mai del tutto, ma era necessario ogni volta un nuovo tarantismo.
In tutto il sud Italia la preda preferita della tarantola erano le donne, in Sardegna pare invece che fossero gli uomini.
Fatto sta che c'è chi dice che esisteva davvero, c'è chi dice che attraverso il ballo le donne eliminavano le scorie, c'è chi dice che invece era vero che lo spirito della tarantola t entrava dentro, credendo quindi all esorcismo, per quella gente questo rito funzionava.
Io mi associo a quelle persone che pensano che in quel mondo, dove ogni giornata era sempre uguale a se stante, inconsciamente le persone avevano bisogno di scappare dalla realtà. Non esistevano confessori, ne psicologi, non esistevano vacanze ne qualsiasi cosa che permettesse di evadere. Solo i sogni esistevano, i sogni e le tarantole che potevano pizzicarti da un giorno a un altro...
Poi venne la chiesa, che non riuscì a eliminare questo culto, ma come sempre fece, così come il carnevale alla festa del Sol Invictus, integrò questo culto con i suoi rituali, senza mai accettarlo appieno.
Mise allora San Paolo come protettore dei morsi di vipere e insetti, e a Galatina, fino a poco tempo fa, si potevano vedere le tarantate chiedere la grazia a San Paolo. Molto dei vecchi riti era rimasto, ma molto si era perso, si era evoluto, perdendosi anch esso nella nostra lunga storia.
Come ho detto per informazioni più dettagliate leggetevi i libri dell'antropologo
Ernesto de Martino, sono scritti molto bene e visti in chiave scientifica, il che non guasta perchè anche se molto affascinanti gli studi sono fatti molto seriamente.
Io che suono percussioni mi rifiuto di definirmi tamburellista, ma semplice percussionista (il mio maestro nn è d accordo su questo)
1) xkè sono del gargano, dove questa pratica si è persa un pò mentre è sopravvissuta specialmente nel salento
2)perchè come dicevo a Enkidu, certe cose non le capisci se non le vivi fin da piccolo, io ho vissuto roma e il paese di mio padre (che è al 100% di mentalità del sud, non sl come spiegarlo, però vedo la differenza di comportamenti, ad esempio, con quelli di roma, anche se io sono romano) ma la pizzica l ho scoperta successivamente. Sono un amante e un appassionato, un ricercatore di questo mondo, ma per me solo gli "anziani" e chi è cresciuto esattamente in quei luoghi è un vero tamburellista, io sono solo un percussionista...
3)perchè ormai è diventata una moda, son 10 anni che suono, prima la chitarra, poi il basso, poi le percussioni, prima era bello, solo chi voleva veramente conoscere entrava in questo mondo, ormai si è perso quasi tutto, e la pizzica è diventato uno stile di musica, un pò come il reggae o il rock. Sono pochi quelli che la amano veramente, o che la sentono.
Cmnqe la pizzica col tempo è diventata anche una danza di corteggiamento (e questo molto prima che diventasse famosa, credo forse quasi parallelo ai vecchi culti se non poco dopo) dove l uomo rincorre la donna ma senza mai toccarla, solo "sentendola", interessante a ogni modo...
ci sono poi altre forme come la danza delle spade, che a me ricorda per certi versi la capoeira. 2 uomini al centro di un cerchio di tamburellisti si affrontano facendo finta di avere coltelli in mano, un tempo si pensa che i coltelli fossero veri a volte qualcuno perdeva la vita, la verità si perde nella leggenda.
Bhe a ogni modo è un mondo molto affascinante e mistico, se t lasci andare quel ritmo t entra in testa... credetemi, puoi perdere la coscienza se sei particolarmente sensibile alle piccole sfumature esterne...
non vorrei mettere il filmato, per queste persone essere pizzicate era una vera sofferenza, come per quelli che ci credono essere indemoniati, non c'è da scherzarci sopra, nel senso che loro soffrivano e soffrono veramente, essere tarantate significa dispendio di forze e di soldi per pagare i musici, è una disgrazia per la famiglia, ma vi metto il filmato, la conoscienza serve anche a capire ciò
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=f3RaIpFxw8I[/BBvideo]
questa è la prima parte del documentario di de Martino sulle tarantate
gli altri li trovate accanto
buona visione, e buona conoscienza