Tratto da:
http://www.lettera43.it/economia/macro/ ... 0-anni.htmGrassetto mio. Notare la frase "
vendita del patrimonio, soluzione che nel caso italiano è possibile per ben 800 miliardi"; forse mi sbaglio, ma è a questo che si mirava da tanto tempo.
"Italia, sacrifici per 20 anni
Col nuovo trattato Ue, finanziarie da 40 mld.
Mario Monti e Angela Merkel.
Al termine del vertice europeo di Bruxelles, Mario Monti ha annunciato che l'Italia non ha bisogno del Fondo salva-Stati, dichiarandosi «molto soddisfatto» per l'accordo sul patto di bilancio che impegna Roma a portare il debito dal 120% al 60% del Pil in 20 anni.
L'intesa, però, sembra non aver ammorbidito la sostanziale rigidità imposta dalla Germania di Angela Merkel.
Teoricamente, per rispettare i paletti del Trattato, Roma dovrebbe varare una manovra da circa 45 miliardi ogni 12 mesi. (pena sanzioni) che rischia di trascinare il Paese in una spirale recessiva preoccupante.RIDUZIONE DEGLI INTERESSI. La bozza del cosiddetto fiscal compact, infatti, prevede l'obbligo del pareggio di bilancio. Avendo il valore di legge costituzionale, questa condizione inchioda l'Italia a non aumentare il proprio debito futuro. Inoltre, il costo degli interessi dovrà essere abbassato dai 70 ai 90 miliardi annui, in modo da liberare risorse per la crescita e convincere i mercati.
Parametri e scadenze rigidi che sarà difficile realizzare. La riduzione del debito - da conseguire o attraverso investimenti pubblici oppure riducendo la pressione fiscale -, deve essere orchestrata in tempi e con modi realistici. «In particolare», ha sottolineato l'economista Carlo Pelanda, «la possibilità di abbattere il debito attraverso una combinazione tra finanziarizzazione e
vendita del patrimonio, soluzione che nel caso italiano è possibile per ben 800 miliardi, richiede la facoltà non condizionata di scegliere il momento giusto di mercato per le operazioni».
FINANZIARIE DA 40-45 MILIARDI. In altre parole, l'abbattimento del debito è legato a doppio filo alla flessibilità. Esattamente ciò che la Germania, secondo Pelanda, nega all'Italia.
Il diktat tedesco prevederebbe, infatti, la reiterazione di finanziarie da 40-45 miliardi almeno per due decenni. Misure ben oltre le lacrime e sangue, che rischiano di provocare insurrezioni popolari anti-euro portando il nostro Paese sull'orlo della depressione irreversibile.MONTI: «RIENTRO DEL DEBITO SOSTENIBILE». Uno scenario apocalittico che sarebbe provocato, secondo i critici, dalla raffica di strette fiscali imposte dal rispetto del Trattato Ue. Il premier Monti, dal canto suo, ha affermato che «il rientro dal debito sarà assolutamente sostenibile non appena la nostra economia tornerà a crescere». Ma ha anche ammesso che «l'Italia non è esente dai rischi di recessione che corre l'Europa». Il Professore si è comunque detto soddisfatto del vertice, dal quale non sono emersi ulteriori appesantimenti o aggravi».
I PRIVATI POTREBBERO NON BASTARE. Una piccola vittoria italiana insomma. Il premier ha ottenuto di inserire nei parametri anche l'indebitamento privato che, nel caso italiano, è particolarmente basso.
Secondo uno studio della società di consulenza McKinsey, la somma tra il debito privato e quello pubblico in Italia è pari al 313% del Pil, un valore inferiore a quello di Francia (341%) e Gran Bretagna (497%), e non troppo lontano da quello tedesco (284%). Grazie a questo conteggio, il valore di riferimento per il rientro italiano diventa meno del 3% del Pil annuo.
Una boccata d'ossigeno che, però, non rende l'Italia immune dallo sforamento dei paletti europei. Una negligenza che, secondo le nuove sanzioni previste dall'accordo di Bruxelles, può trasformarsi in una ghigliottina per l'economia.
Martedì, 31 Gennaio 2012 "