03/06/2012, 19:29
05/06/2012, 21:53
06/06/2012, 00:33
Atlanticus81 ha scritto:
L'economia del dono: non è una pazzia, ma un nuovo paradigma socio-economico, totalmente rivoluzionario
L'amore è un'esperienza profonda che connette un essere umano a un altro. Un economista dice "più per voi è meno per me." Ma gli amanti sanno che più per voi è più per me. Se ami qualcuno la sua felicità è la tua felicità. Il suo dolore è il tuo dolore. La nostra individualità si espande per includere gli altri esseri umani. Questo cambiamento di coscienza è universale in tutti, per il 99% e l'1%
Charles Eisenstein
http://occupylove.org/
06/06/2012, 23:54
09/06/2012, 01:16
09/06/2012, 01:24
Durante i primi anni Sessanta Alain de Benoist è stato legato a svariate entità della destra francese. Il suo processo di maturazione politica lo portò ben presto ad estranearsi dalle accuse di neofascismo che lo investivano e già con i suoi scritti, durante gli anni Settanta, cominciò a costruire il suo percorso originale fatto di critica verso la globalizzazione, il liberalismo in favore delle piccole patrie e delle identità culturali. Negli ultimi anni ha sviluppato una forte critica ad ampio raggio nei confronti della politica imperialistica degli Stati Uniti.
De Benoist considera la democrazia rappresentativa come un limite per poter sviluppare un maggior coinvolgimento popolare alla vita politica di un paese. Pur essendo piuttosto critico nei confronti dell'Unione Europea crede fortissimamente in un'Europa unita e federale, dove il concetto di nazione viene a decadere in favore delle identità regionali unite da un comune senso di appartenenza continentale.
Il suo pensiero inizialmente ispirato da una visione del mondo faustiana e nietzscheana, è difficilmente classificabile in quanto sintetizza alcuni dei concetti che abbracciano il marxismo, l'ecologismo, il multiculturalismo (a tutela delle identità culturali dei vari popoli), il socialismo, il federalismo comunitario e il paganesimo.
14/06/2012, 19:04
17/06/2012, 20:40
17/06/2012, 21:23
18/06/2012, 12:36
sezione 9 ha scritto:
Ed è chiaro che saranno i cittadini a decidere
Ma per dare potere ai cittadini di scegliere le politiche europee occorre anche che le autorità europee abbiano tutto il potere necessario per metterle in pratica: votare per un Parlamento Europeo che conta pochissimo non serve a nulla.
20/06/2012, 15:25
20/06/2012, 15:36
sezione 9 ha scritto:
TTE, ritenta, sarai più fortunato (e ascoltato).
Intanto, altre idee.
Uscire dall'euro e svalutare è una grandissima boiata. Perchè? Perchè svalutare serve ad attrarre capitali stranieri, capitali che "investono" comperando a buon prezzo (appunto, dopo svalutazione). E in un sistema ancora a mercato unico (euro e mercato unico sono cose ben diverse) rafforzerebbe semplicemente le economie maggiori a danno di quelle meno forti. In Italia nel 1992 abbiamo prima svalutato e poi privatizzato, e le privatizzazioni sono riuscite "bene" proprio perchè i prezzi erano "competitivi". Ergo, svalutare la nuova lira significherebbe, oltre a dimezzare gli stipendi e le pensioni, a favorire un nuovo enorme processo di privatizzazioni e di ingresso di potere economico straniero. Diverso sarebbe uscire dall'euro E dal mercato unico: ma chiudere il mercato unico si può fare solo con politiche mercantiliste (o protezioniste, insomma) che sono state storicamente la causa di due guerre mondiali, oltre ad una serie infinita di crisi economiche di cui quella del '29 è la più nota. Quindi, la svalutazione (insomma, l'uso di politiche monetarie) non deve essere fatto a livello di singoli stati, ma a livello quantomeno europeo.
20/06/2012, 15:56
Thethirdeye ha scritto:
E questo chi lo ha detto? Forse Amato? Cioè colui che ieri sera sul tardi, su RAI tre, ha intortato ben bene gli italiani con le sue "Lezioni dalla Crisi"?
20/06/2012, 16:34
20/06/2012, 17:19
sezione 9 ha scritto:
TTE e Pegasus, rileggete quello che ho scritto,
visto che è chiaro che non avete capito un caxxo.
Per cui, svalutare e svendere sono necessariamente collegati, e pensare a politiche protezionistiche è semplicemente impossibile. Insomma, uscire dall'Euro e dal mercato comune significa calare le braghe di fronte al capitale estero.