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Raziel ha scritto:
no, io volevo dire che l'universo si fonda su una realtà quantistica e quindi probabilistica. Ciò è evidente anche a livello macroscopico e lo vediamo nella vita di tutti i giorni. Questo non è un atto di fede, ma una realtà riconosciuta dalla scienza sperimentale.
Apro e chiudo subito velocemente un fuori tema per chiarire la mia posizione con cose per altro già dette:
Primo: Il fatto che la descrizione della dinamica di un microfenomeno si esplichi bene con la meccanica quantistica e quindi in modo probabilistico non prova affatto che l'intima natura di esso sia casualistica. Vuol dire che a noi appare, oggi, così. Crederlo significa fare atto di fede. Tant'è vero che è possibile descriverlo altrettanto bene con un'intepretazione diversa da quella corrente , alla bohm per esempio, senza cambiare una formula, interpretando diversamente il significato fisico delle equazioni della meccanica quantistica, per esempio dell'equazione di schroedinger, ad esempio come potenziale di onda guida. E finora non c'è esperimento che abbia potuto smentire la bontà di quest'ultima interpretazione, né provarla come superiore, quindi sull'interpretazione del significato fisico ultimo delle equazioni è utile sospendere il giudizio.
Secondo: A livello microfisico l'interpretazione del tipo di probabilismo è totalmente aperta. Può essere epistemico o non, è totalmente aperta. Nessuno ha mai provato che il tipo di probabilità che appare in un'equazione quantistica sia radicalmente non epistemico, è solo un'interpretazione ed il fatto che sia maggioritaria non la rende più vera.
Terzo: a livello macroscopico tradizionalmente l'interpretazione del probabilismo è di tipo epistemico, non è affatto la stessa cosa dell'interpretazione che usualmente si dà in meccanica quantistica a livello microscopico.
Per cui ad esempio: io eseguo una misura di spin di un'elettrone ho il 50% di probabilità di trovarlo alto e il 50 di trovarlo basso, benissimo; descrivo il fatto con un'opportuna equazione d'onda combinazione lineare di due stati equiprobabili, benissimo. Ma il perché proprio quella particella all'atto della mia misura mi sia collassata ad esempio in spin basso piuttosto che alto non lo so e nessuno lo sa; dire che è così perché radicalmente casuale è legittimo tanto quanto dire che è così perché radicalmente inconoscibile (che è già cosa diversa) oppure perché semplicemente è ignoto (che è altra cosa ancora) pur non facendo affermazioni sul grado di inconoscibilità o sul significato ultimo di questa casualità.
E altra cosa ancora è l'interpretazione usuale del probabilismo a livello macroscopico.
Se infatti lancio una moneta testa\croce è vero che ho il 50% di ottenere testa e altrettanto di trovare croce, ma questo fatto deriva solo da una mia ignoranza, perché in linea di principio conoscendo esattamente la forza ed il momento impressi alla moneta dal mio dito, tutti i singoli urti con le molecole d'aria, gli attriti in gioco etc io riuscirei a prevedere esattamente il risultato. Se non ci riesco non dipende da un'intrinseca imprevedibilità della natura ma solo dalla mia ignoranza delle molteplici condizioni al contorno; conoscendole tutte potrei prevedere il risultato.
quarto: a livello di universo, non scordiamo che il modello cosmologico imperante è solo un modello, non è l'unico e non è una verità scolpita nei cieli.
quinto: attribuire ordine e legge alla parola caso significa di fatto attribuirgli un significato intelligente. La parola caso di per sé non significa niente se non si specifica che tipo di casualità si sta prefigurando ed in questo campo non c'è assolutamente niente di provato, né in relazione alla meccanica quantistica né in relazione ad altro, si tratta solo di interpretazioni sulle formule empiricamente condivise.
Basta fuori tema
In ogni caso, non vedo il nesso tra una possibile interpretazione casualistica dell'universo ed il fatto che dovremmo provare paura di qualcosa. Quando non si conosce conviene sospendere il giudizio e cercare, non provare paura o timore.
Altra cosa ancora è l'ipotesi di uno sbarco alieno nei termini holliwoodiani (e quindi creati per propagare determinate suggestioni nel pubblico) descritti in questa discussione. Certamente uno sbarco del genere creerebbe nei più panico e confusione, anzi per gettare panico e confusione nel gregge basta molto, molto di meno.
Ma, a prescindere dall'ostilità o meno dei supposti ET, qualcuno sicuramente non si farebbe prendere dal panico, che non serve mai, meno che mai serve in caso di ostilità anzi lì conviene massimamente conservare calma e lucidità, e nemmeno si farebbe prendere dalla confusione, avendo riflettuto sul tema e quindi non essendo impreparato mentalmente a questa eventualità.