29/11/2014, 21:40
29/11/2014, 21:53
MaxpoweR ha scritto:
Scoperto in Libano il più grande antico blocco di pietra
Nell'estate del 2014 il Dipartimento Orientale del Deutsches Archäologisches Institut ha condotto degli scavi nella cava di pietra di Baalbek (antica Heliopolis), in Libano. Qui si trova il monolite "Hajjar al-Hibla" (pietra della donna incinta). Simili blocchi di pietra di 20 metri di lunghezza sono stati utilizzati per il podio del grande tempio di Giove nel santuario romano di Baalbek.
Il più grande blocco di pietra antica, che si trova a Baalbek/Libano, ad un'altitudine di circa 1.170 metri [Credit: Deutsches Archäologisches Institut]
L'obiettivo degli scavi di quest'anno è stato quello di trovare nuovi dati circa le tecniche di estrazione e il trasporto dei megaliti. Gli archeologi hanno documentato le tracce di estrazione e hanno studiato le vecchie discariche delle attività estrattive, al fine di individuare frammenti databili e stratificabili di ceramiche e piccoli reperti.
Gli archeologi hanno scoperto che il monolite "Hajjar al-Hibla" è stato lasciato nella cava, perché la qualità del bordo della pietra di un blocco ha dimostrato di essere povero e il monolito avrebbe potuto essere facilmente danneggiato durante il trasporto. Sotto la "Hajjar al-Hibla" e in prossimità di essa, c'è un altro blocco di pietra megalitica, ancora più grande rispetto al primo: misura ca. 19,60x6x5,5 m. Al fine di determinare l'altezza esatta, gli scavi dovrebbero essere estesi in una delle prossime spedizioni archeologiche nel sito. Il secondo blocco pesa 1.650 tonnellate.
Gli archeologi hanno concluso che il blocco è stato pensato per essere trasportato senza essere tagliato. Ciò significa, che è il più grande conosciuto blocco di pietra antica.
Fonte: http://tycho1x4x9.blogspot.it/2014/11/scoperto-in-libano-il-piu-grande-antico.html
01/12/2014, 02:54
"Hajjar al-Hibla" è stato lasciato nella cava, perché la qualità del bordo della pietra di un blocco ha dimostrato di essere povero e il monolito avrebbe potuto essere facilmente danneggiato durante il trasporto.
01/12/2014, 08:57
MaxpoweR ha scritto:
Secondo me lo hanno lasciato lì perchè IMPROVVISAMENTE non serviva più...
01/12/2014, 13:23
08/12/2014, 18:19
16/12/2014, 10:56
16/12/2014, 11:07
16/12/2014, 13:34
Atlanticus81 ha scritto:
Credo che dovremo riprendere l'Iliade e rileggerla in chiave storica, quasi neo-evemerista, per capire quali siano state le conseguenze, specialmente della fuga da parte di superstiti troiani verso la nostra penisola.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
I risultati degli studi sulla storia ittita sono in continua evoluzione per la grande quantità di materiale in tavolette d'argilla (recuperato principalmente nella capitale Hattuša ma anche in altri siti come le rovine di Suppinuwa, importante centro amministrativo ittita) a disposizione degli studiosi che deve ancora essere tradotto e interpretato. Ogni conclusione riguardo alla storia ittita deve quindi essere assunta come provvisoria e la branca degli studi storici detta Ittitologia deve essere vista nella sua progressione continua. Questa continua progressione e revisione rende anche conto delle numerose controversie e opinioni divergenti fra gli studiosi del settore.
Lo studio della storia di questo popolo, inoltre, non può essere disgiunto dallo studio sia storico-archeologico sia filologico e linguistico dei popoli limitrofi per le forti influenze reciproche, testimoniate anche dal gran numero di lingue in cui è scritto il materiale ittita (sumero, accadico, ittita, geroglifico e cuneiforme, luvio, ugaritico ecc...). Questa molteplicità di lingue parlate sembra significare che il regno ittita era abitato da popoli diversi. Il nome Ittiti è infatti nato in epoca moderna, derivato dal termine biblico Hitti (che era però riferito ad alcune tribù Cananee della Palestina); questi uomini in realtà definivano loro stessi come popolo della terra di Hatti, senza utilizzare designazioni etniche, ma in base alla localizzazione geografica[3]. L'affermazione del nesita (o ittita) come lingua più diffusa nel regno può essere spiegato sia con il fatto che questa lingua si era già diffusa dalla città di Nesa-Kanesh alla maggior parte dell'Anatolia ancora ai tempi delle colonie commerciali Assire (i Karum) come lingua internazionale dei commerci[4], sia col fatto che essa veniva usata dalla famiglia reale e dagli amministratori del regno come lingua sia ufficiale che quotidiana (era quasi una caratteristica distintiva della classe dominante)[3]
La storia del popolo ittita viene abitualmente divisa in due fasi: antico regno o impero e nuovo regno o impero, con eventualmente una fase intermedia. Anche questa suddivisione però presenta problemi, mancano infatti nella storia ittita importanti cambiamenti tali da giustificare una divisione in periodi diversi (come accade invece per la storia egiziana e assira). Durante tutti i 500 anni della storia ittita questo popolo è stato dominato da re appartenenti tutti a un ristretto numero di famiglie fra loro imparentate (seguendo la linea femminile, regine e principesse, la linea dinastica è molto ristretta). Se è vero che la storia dei reali ittiti è stata funestata da numerosi colpi di stato e usurpazioni, questi episodi avvenivano sempre all'interno della stessa famiglia reale. Una suddivisione in due fasi (come quella seguita in questa pagina: Antico e Nuovo Regno) può avere solo lo scopo di rimanere sulla traccia di una convenzione didattica ormai consolidata anche se basata su considerazioni ormai superate[5].
Il presunto arrivo degli Ittiti in Anatolia, dalle steppe a nord del Mar Nero attraverso il Caucaso oppure, più probabilmente, da ovest attraverso i Balcani, è di difficile datazione, posta la problematicità dei collegamenti di movimenti migratori con mutamenti della cultura materiale attestati archeologicamente (collegamento abituale, ma semplicistico).
La fine dell'impero Ittita, attorno alla decade degli anni 1170 a.C., ebbe luogo nel contesto generale della crisi delle civilità dell'età del Bronzo nel Mediterraneo orientale e nel vicino oriente. Tra le cause di tale crisi, che sono ancora oggetto di dibattito tra gli storici, ci furono gli attacchi dei cosiddetti popoli del mare (Lici, Achei-Micenei, Filistei[10]). L'impatto di queste genti indoeuropee fu causa di profonde trasformazioni in Egitto, nell'area del Mar Egeo e nel vicino Oriente dove favorì l'emergere di un nuovo popolo di origine semitica: gli Assiri.
La regione, nota in seguito con il nome di Troade, veniva chiamata Wilusa (la wilusa omerica) dagli ittiti. Questa identificazione venne per prima avanzata da Emil Forrer, ma ampiamente contestata dalla maggior parte degli esperti sugli ittiti fino al 1983, quando Houwink ten Cate mostrò due frammenti della stessa originale tavoletta cuneiforme e la sua analisi della lettera restaurata rivelava che Wilusa fosse correttamente posta nell'Anatolia nord-occidentale. Secondo Trevor Bryce, i testi ittiti indicano un numero di incursioni degli Ahhiyawa su Wilusa durante il XIII secolo a.C., che potrebbero avere causato la disfatta del re Walmu. [senza fonte]
Anche Bryce riferisce che le ricerche archeologiche condotte da John Bintliff negli anni settanta mostrano che un potente regno dominante l'Anatolia nord-occidentale fosse incentrato su Troia.
I re di Pergamo (adesso Bergama) più tardi cedettero il territorio della Troade alla repubblica romana. Sotto l'impero, il territorio della Troade divenne parte della provincia d'Asia e poi con l'impero bizantino inclusa nel thema delle Isole Egee. In seguito alla conquista da parte dell'impero ottomano, la Troade venne a formare parte del sangiaccato di Biga.
16/12/2014, 19:48
Atlanticus81 ha scritto:MaxpoweR ha scritto:
Scoperto in Libano il più grande antico blocco di pietra
Nell'estate del 2014 il Dipartimento Orientale del Deutsches Archäologisches Institut ha condotto degli scavi nella cava di pietra di Baalbek (antica Heliopolis), in Libano. Qui si trova il monolite "Hajjar al-Hibla" (pietra della donna incinta). Simili blocchi di pietra di 20 metri di lunghezza sono stati utilizzati per il podio del grande tempio di Giove nel santuario romano di Baalbek.
Il più grande blocco di pietra antica, che si trova a Baalbek/Libano, ad un'altitudine di circa 1.170 metri [Credit: Deutsches Archäologisches Institut]
L'obiettivo degli scavi di quest'anno è stato quello di trovare nuovi dati circa le tecniche di estrazione e il trasporto dei megaliti. Gli archeologi hanno documentato le tracce di estrazione e hanno studiato le vecchie discariche delle attività estrattive, al fine di individuare frammenti databili e stratificabili di ceramiche e piccoli reperti.
Gli archeologi hanno scoperto che il monolite "Hajjar al-Hibla" è stato lasciato nella cava, perché la qualità del bordo della pietra di un blocco ha dimostrato di essere povero e il monolito avrebbe potuto essere facilmente danneggiato durante il trasporto. Sotto la "Hajjar al-Hibla" e in prossimità di essa, c'è un altro blocco di pietra megalitica, ancora più grande rispetto al primo: misura ca. 19,60x6x5,5 m. Al fine di determinare l'altezza esatta, gli scavi dovrebbero essere estesi in una delle prossime spedizioni archeologiche nel sito. Il secondo blocco pesa 1.650 tonnellate.
Gli archeologi hanno concluso che il blocco è stato pensato per essere trasportato senza essere tagliato. Ciò significa, che è il più grande conosciuto blocco di pietra antica.
Fonte: http://tycho1x4x9.blogspot.it/2014/11/scoperto-in-libano-il-piu-grande-antico.html
Gli archeologi hanno anche pensato a come spiegare dimostrandolo scientificamente come movimentare quel blocco o ancora ci raccontano la favoletta di funi rampe e altre amenità simili???
16/12/2014, 23:20
19/12/2014, 09:23
1200 A.C. Misteriosa Apocalisse
Nel XII°-XIII° secolo prima della nascita di Cristo, le civiltà delle zone mediterranea e mediorientale conobbero una grande crisi che portò ad un radicale cambiamento politico sociale del mondo antico. Un periodo di guerre, catastrofi, esodi, distruzioni e stragi di inaudita violenza che avvennero all'apice del benessere portato dalla cultura dei grandi imperi dell'età del bronzo.
Questo collasso dell'età del bronzo lascerà posto a quella che gli archeologi e gli storici definiscono Età del Ferro. In effetti, proprio in quel periodo, si iniziò a lavorare il ferro nella regione dei Carpazi.
Ogni civiltà del periodo aveva sviluppato un economia tale da far fiorire vere e proprie metropoli. Queste metropoli sono arrivate fino ai nostri giorni e, come possono dimostrare le loro rovine, quasi tutte furono distrutte in quel periodo.
In Anatolia la civiltà Ittita, una delle più avanzate culturalmente e tecnologicamente, collassò nel giro di pochi anni. Le grandi città, come Hattusa, vennero bruciate ed abbandonate. Un livello di progresso simile a quello offerto dalla civiltà Ittita lo si potrà riavere solo dopo 1000 anni.
Sull'isola di Cipro, le città della civiltà cipriota furono saccheggiate e date alle fiamme. La popolazione fu deportata e resa schiava o fatta a pezzi.
I siti siriani prima di questo periodo mostrano la presenza di legami commerciali sia con l'Egitto che con l'Egeo della tarda età del bronzo. A Ugarit è evidente che la distruzione della città avvenne dopo il regno di Merenptah, così come la caduta di Bay[4]. Le lettere scritte su tavolette d'argilla trovate bruciate dopo la distruzione della città, parlano di un attacco giunto dal mare; in particolare, in una lettera proveniente da Alashiya, un'antica città dell'isola di (Cipro), si legge di città già distrutte da assalitori venuti dal mare, nel momento in cui la flotta di Ugarit non era presente, in quanto impegnata lontano, in pattugliamenti lungo le coste.
Nel Levante documenti egizi indicano che, a partire dalla fondazione del regno di Horemheb, il popolo nomade degli Shasu era diventato fonte di problemi. Ramesse II organizzò contro di loro campagne militari perseguitandoli fino alla città di Moab, dove, poco dopo la battaglia di Kadesh, edificò una fortezza. Gli Shasu crearono molti problemi, in particolare durante il regno di Merneptah, quando giunsero a minacciare l'accessibilità alla "via di Horus" situata a nord di Gaza. L'evidenza mostra che il centro di Deir Alla[5] (Succoth) venne distrutto dopo il regno della regina Tausert. Il sito devastato di Lachish, durante il regno di Ramesse III, venne brevemente rioccupato da abusivi e da una guarnigione egiziana. Tutti i centri lungo la rotta marina, adesso detta Via Maris, a nord di Gaza vennero distrutti, e le prove mostrano che Gaza, Ashdod, Ashkelon, Akko, e Jaffa furono bruciate e non più rioccupate per circa trent'anni. Nell'entroterra Hazor (Tel Hazor), Bethel, Bet Shemesh, Eglon, Debir, e altri siti vennero distrutti. I profughi, cercando di sfuggire al collasso dei centri costieri, potrebbero essersi fusi con elementi nomadi e anatolici in arrivo, iniziando così a far nascere piccoli villaggi disposti a terrazzo sui fianchi collinari nella regione degli altopiani, associati successivamente allo sviluppo della cultura ebraica.
In Grecia nessuno dei palazzi micenei della tarda età del bronzo sopravvisse, con la possibile eccezione delle fortificazioni ciclopiche dell'Acropoli di Atene; la distruzione fu più violenta nei palazzi e nei siti fortificati. Quasi il 90% dei piccoli siti nel Peloponneso vennero abbandonati, dando probabilmente luogo ad uno spopolamento dell'area. La fine del collasso dell'età del bronzo segnò l'inizio di ciò che è stato chiamato Medioevo ellenico, durato più di 400 anni. Altre città, come Atene, continuarono ad essere abitate, ma con una sfera di influenza più locale, ed un impoverimento sia dei commerci che culturale.
In Mesopotamia le città di Norsuntepe, Emar e Karkemiš vennero distrutte, e gli assiri a stento riuscirono a sfuggire a un'invasione delle tribù dei Mushki durante il regno di Tiglath-Pileser I. Con la diffusione degli ahhlamu o aramei, il controllo delle regioni babilonesi e assire si estendeva appena oltre i confini della città. Durante il regno di Shutruk-Nahhunte Babilonia venne saccheggiata dagli elamiti, perdendo così il controllo della valle di Diyala.
In Egitto l'impero egiziano collassò verso la metà del XII secolo a.C. (durante il regno di Ramesse VI). La stele di Merneptah, prima della crisi, descriveva attacchi sferrati da popolazioni libiche, in combutta al popolo Ekwesh, Shekelesh, Lukka, Shardana e Tursha o Teresh, e di una rivolta di cananei, nelle città di Ashkelon, Yenoam e del popolo di Israele. Un secondo attacco durante il regno di Ramesse III coinvolse i Peleset, Tjeker, Shardana e Danai. Diverse altre testimonianze, concentrate tra il 1275 a.C. e il 1000 a.C., menzionano i popoli del mare e i loro attacchi, tra cui la grande iscrizione di Karnak (nominati 5 popoli: Eqwesh, Lukka, Shekelesh, Sherden, Teresh), la stele di Athribis (nominati 4 popoli: Eqwesh, Shekelesh, Sherden, Teresh)[6], le iscrizioni di Kasesh (nominati 3 popoli: Karkisha, Lukka, Sherden)[7], Medinet Habu (nominati 7 popoli: Denyen, Peleset, Shekelesh, Sherden, Teresh, Tjekker, Weshesh), il grande papiro di Harris I (nominati 3 popoli: Denyen, Peleset, Sherden, Tjekker, Weshesh), più ulteriori testimonianze.
Quello che sconvolge Noi della Gazzetta del Mistero è la quantità di città distrutte. Per farvi capire: stiamo parlando di un epoca di pace e prosperità che finisce bruscamente nel sangue. Grandi metropoli mesopotamiche ed ittite cadono dopo essere state il faro dell'umanità per secoli. Sarebbe come se Mosca e New York fossero distrutte e saccheggiate da una forza oscura o da nemici improbabili.
Tutto ciò ci spinge a delle conclusioni.
La crisi non può essere stata provocata dalla politica estera dei vari paesi dell'area, quindi da guerre o cessazioni di collegamenti mercantili, ma da un male che ha colpito le persone che li abitavano.
Un cambiamento repentino del clima che portò ad una siccità ed una carestia tali da far crollare le società del tempo oppure un virus tremendo ed irrefrenabile che fece piombare nell'anarchia tutte le potenze del periodo?
Alcuni studiosi hanno pensato che l'intera area possa essere stata scossa da sciami sismici che hanno destabilizzato lo stato sociale e che hanno spinto intere popolazioni a lasciare le città.
Il passato dell'umanità è colmo di misteriose mutazioni. Nel XX° secolo avanti Cristo, la civiltà dell'Indo, capace di far fiorire metropoli di milioni di persone, capace di organizzare processi industriali, capace di portare nelle case delle persone i servizi igienici, acqua corrente e fognature fu cancellata da misteriose esplosioni così potenti da far vetrificare i mattoni con le quali furono costruite.
Oggi stiamo vivendo momenti drammaticamente sospesi nell'oblio. L'inquinamento, i processi estrattivi delle materie prime, le tensioni sociali tra le nazioni e l'inevitabilità di dover cambiare sistema economico potrebbero portare al collasso della nostra Era e quindi far divenir la storia, ancora una volta, ciclica.
http://gazzettadelmistero.blogspot.it/2 ... lisse.html
28/12/2014, 18:36
28/12/2014, 23:52
E strane storie riguardano una tromba, attribuita alla fanfara di Tutankamon, esposta al Museo del Cairo. Il suono dei fiati egizi, come quelli dei monaci tibetani, stando alle cronache di alcuni esploratori, spostava mastodontici blocchi di granito.
Tra i tanti e integri tesori ritrovati nella tomba di Tutankhamon vi è quello di due trombe, una di bronzo e oro, l'altra d'argento, risalenti al 1352 avanti Cristo. La tromba d'argento di Tutankhamon fu suonata solo due volte a causa del suo fragile stato di conservazione e, per questo, anche danneggiata la prima volta e prontamente restaurata. La seconda volta che fu suonata da un trombettiere della fanfara della British Army, venne utilizzato uno speciale bocchino. Si trattò di una breve performance al Museo Egizio del Cairo registrata dalla BBC nel 1939.
Una curiosità riguarda il nostro Giuseppe Verdi. Nella famosa Marcia dell'Aida il nostro massimo compositore, senza poterlo presumibilmente sapere, scelse l'uso inconsueto di due gruppi di trombe, una in Si naturale e l'altro in La bemolle. Fu questa una straordinaria coincidenza, dal momento che verrà in seguito scoperto (ovvero 50 anni dopo la stesura dell'Aida) che le trombe degli antichi Egizi, tremila anni prima di Verdi, erano costruite proprio in queste due tonalità.
Potrete ascoltare parte di quella registrazione della tromba di Tutankhamon all'indirizzo
http://www.philharmonia.co.uk/thesoundexchange/the_orchestra/instrument_world/africa/trumpet.html
Fonte: http://www.kultunderground.org/art/986
29/12/2014, 01:00
Nel quinto episodio della sesta stagione, il programma presenta gli Anunnaki, termine sumero che indica, nelle religioni della Mesopotamia, l’insieme o parte degli dèi.
Il loro nome è riportato in vari modi: “da-nuna”, “da-nuna-ke-ne”, o “da-nun-na”, col significato di “quelli di sangue principesco”, oppure “prole regale”, o ancora di “progenie di principi”.