Codice a barre per riconoscere gli esseri viventiInizia la Germania con la classificazione dell'intera flora tedescaImmagine:
5,86 KBMILANO - L’obiettivo è quello di riconoscere piante e animali attraverso un codice a barre. Proprio come fa la cassiera al supermercato, quando «legge» il prezzo di un prodotto passandolo rapidamente sotto uno scanner. Un sistema veloce, poco costoso e molto efficace. Per gli esseri viventi la cosa è molto più complicata ma il codice non può essere altro che il loro Dna, visto che ognuno ne possiede uno proprio, unico e diverso da quello di tutti gli altri. Ora in Germania si è dato vita a un progetto che ha l’ambizione di giungere alla classificazione, con un codice a barre, dell’intera flora tedesca. La sfida è enorme: ci sono circa 4 mila specie di piante nonché 1.300 specie di muschi e felci.
UN SISTEMA UNIVERSALE - L’idea di utilizzare tratti di Dna per identificare una pianta prese origine già negli anni Novanta ma è nel 2009 che venne raggiunto un consenso internazionale per standardizzare un sistema universale che utilizzi il Dna come codice a barre, per l’identificazione delle oltre 400 mila specie di piante al mondo. Certo, non l’intero Dna di ogni individuo (un’operazione che sarebbe inapplicabile, lunga e costosa) ma alcuni suoi brevi settori, in grado però di essere sufficientemente precisi nel caratterizzare una specie per poter essere distinta da un’altra. Tuttavia determinare quali parti del Dna della pianta utilizzare come identificatore univoco, è stata e rimane una questione spinosa. E venti istituti in tutto il mondo nel 2009 hanno selezionato due regioni genomiche formate dai geni considerati i migliori candidati da cui partire per generare i dati del codice a barre.
CODICE GENETICO - Il progetto su cui zoologi e botanici stanno collaborando in Germania va sotto la sigla di Gbol (German Barcode of Life) ed è coordinato dal Museo Alexander Koenig di Bonn. I botanici dall'Università di Bonn hanno iniziato dalla flora. «Nel Dna degli esseri viventi abbiamo individuato sezioni da utilizzare come Dna Barcode che, pur essendo quasi identiche all'interno di una certa specie, differiscono tra le varie specie», spiega Dietmar Quandt dell'Istituto Nees per la biodiversità delle piante all'Università della capitale tedesca. «In base a questi indicatori possiamo quindi identificare specie senza ambiguità e in modo relativamente veloce». Il risultato di questa analisi assomiglia a un codice a barre del supermercato, solo che esso non è in bianco e nero, ma in quattro colori, ciascuno corrispondente a una delle quattro lettere del codice genetico.
AUTOMATICO E PIÙ VELOCE - «Il sequenziamento del Dna è completamente automatizzato, rispetto alle tradizionali osservazioni per comprendere di quale pianta si tratti, e consente di identificare le piante molto più velocemente. Inoltre non abbiamo bisogno di piante fiorite e complete», aggiunge Stefanie Winter, componente del gruppo di ricerca. «Un piccolo frammento, per esempio di foglia, è sufficiente per l'identificazione della specie basata sui suoi marcatori genetici». Nel progetto Gbol gli scienziati vogliono innanzitutto creare una raccolta di materiale campione per la classificazione delle specie (più di 5 mila) : un'iniziativa concordata con i musei di storia naturale e le organizzazioni di tutela della natura.
LINNEO IN PENSIONE - L’identificazione della flora attraverso il Dna Barcode è destinata a rendere più facile il monitoraggio ambientale. Per esempio a verificare come singole specie rispondono ai cambiamenti climatici, oppure come alcune specie vengono sostituite da organismi viventi che sono stati importati da altri Paesi, o ancora quali specie sono minacciate di estinzione. «I codici a barre del Dna possono semplificare e velocizzare notevolmente tali studi», conclude Quandt. «E il sistema binomiale in latino del grande Linneo, per la classificazione degli esseri viventi, che ci accompagna dal Settecento, andrà forse in pensione, dopo una gloriosa carriera».
Massimo Spampani
Fonte:
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnol ... 0d3f.shtml Prima costruiscono basi sotterranee tra cui il tunnel delle isole svalbard, poi svolgono un'attività di questo genere. Per me le cose possono essere collegate.
Forse allora anche la 'vecchia' arca di noè fu il risultato di una operazione analoga a questa.. svolta più di 10.000 anni fa per la salvaguardia della sopravvivenza umana dopo il cataclisma ricordato come Diluvio Universale. Ma allora, oggi, a cosa si stanno preparando?!