BAMBINI DENTRO
REPORTAGE
Violenti. Distruttivi. Fuori controllo. Arrivano qui e per qualche giorno
vengono sedati con qualunque mezzo. Siamo entrati nel Madison 6, il reparto
shock del Mount Sinai di New York, dove i pazienti più piccoli hanno solo
cinque anni.
[...]
Il reparto di Psichiatria pediatrica dell’ospedale Mount Sinai, New York, ha un nome in
codice, “Madison 6” (occupa il sesto piano di un edificio sulla Madison Avenue di
Manhattan). È solo uno dei molti codici in uso a questo piano: “frequent flyers” sono i
pazienti recidivi, quelli che tornano spesso a “volare” in corsia. “Time out” è il periodo
di confino in stanza o negli “open quiet space” (salottini dove non si parla), riservato
ai pazienti in crisi aggressiva.
[...]
Insomma, il problema sembra essere non tanto come vengono trattati i ragazzi del
Madison 6, quanto come ci arrivano. Nel censimento Mental health Usa 2002 del
Samhsa (Substance abuse and mental health services administration), si legge che,
nel 1997, il numero dei minori di 18 anni trattati come outpatient, pazienti esterni, era
superiore a quello degli inpatient, pazienti trattati in regime ospedaliero o in strutture
residenziali con personale qualificato (963 mila contro 286 mila). Gli inpatient,
tuttavia, erano aumentati più velocemente degli outpatient: +142,7% contro +64,6%,
dal 1986 al 1997. Tra gli inpatient, inoltre, erano molto diffusi casi di comportamento
aggressivo e delinquenziale.
Weisstuch racconta che, al suo reparto, arrivano casi di disturbo “di condotta” e
“opposizionale”. «Per esempio, il bambino che tira una sedia all’insegnante,
l’adolescente che attacca un agente della sicurezza». Ma è necessario ricoverarli?
«Ne parlavo con un collega proprio l’altro giorno. Riflettevamo che ormai ce li portano
per ogni piccola cosa». Dice lo psicologo Raymond Crowel, vicepresidente del Mental
health and substance abuse services della National mental health
association: «Non tutti i violenti e gli aggressivi che arrivano al Sinai finiscono con una
diagnosi di patologia.
Detto questo, è vero che negli ultimi 5-10 anni il numero dei ragazzini raccolto dai
Mental health services americani è molto aumentato, comprendendo casi che un
tempo non sarebbero stati rilevati». I motivi di questo eccesso di ospedalizzazione,
per Crowel e Weisstuch, sono soprattutto tre.
«Intanto, il potenziamento dello screening (nell’estate 2004 Bush ha cominciato a
implementare un discusso piano sanitario
che, tra l’altro, raccomanda lo screening psicologico dei giovani in età prescolare e
scolare, ndr): da una parte permette di accorgersi in anticipo se qualcosa non va,
dall’altra rischia di … strafare», dice Crowel. Pesano anche fattori sociologici. «Siamo
un popolo traumatizzato da episodi come il massacro del liceo di Columbine: abbiamo
tolleranza zero per prepotenti, disobbedienti e reattivi. Gli studenti che alzano la
cresta vengono sospesi o espulsi per nulla, anche perché gli insegnanti hanno le mani
legate: nessuno si sognerebbe di dare un ceffone a uno scolaro».
Weisstuch e Crowel citano, poi, fattori economici, «amministrazioni ospedaliere che
puntano a riempire i letti e assicurazioni
che rimborsano malvolentieri degenze troppo lunghe»
[...]
Aliah Gleason, 13 anni, è la seconda figlia di una coppia afroamericana che vive in un
sobborgo di Austin, Texas. Fino a poco tempo fa era una normale studentessa delle
medie, giusto un po’ vivace. Ma un giorno ha preso di mira un’insegnante baffuta e
l’ha derisa in pubblico. Risposta delle autorità scolastiche: Aliah è stata etichettata
come malata di un “disturbo oppositivo” e relegata in una classe speciale, dove è
rimasta fino all’arrivo degli psicologi dell’università del Texas che periodicamente
scandagliano le scuole di periferia alla ricerca di adolescenti a disagio.
Alla ragazza è stato diagnosticato un alto rischio di suicidio. Nel gennaio 2004,
un’assistente sociale ha convocato il padre di Aliah a scuola, e gli ha proposto di farla
assistere all’Austin State Hospital, un ospedale psichiatrico che si occupa anche di
adolescenti. Al suo rifiuto, ha fatto scattare il ricovero coatto. È così che è cominciato
l’inferno di Aliah. Nel corso di cinque
mesi è stata messa in isolamento 26 volte e ha dovuto assumere 12 psicofarmaci
diversi, senza
il consenso dei genitori: cinque antidepressivi, un ansiolitico, due antiepilettici (e Aliah
non ha mai sofferto di epilessia), tre antipsicotici (di cui due di nuova generazione) e
un farmaco per la malattia di Parkinson, usato anche per limitare gli effetti collaterali
degli antipsicotici. Solo nel giugno del 2004, Aliah ha potuto vedere di nuovo i Gleason
che, in ottobre, ne hanno riottenuto la custodia legale.
Adesso la ragazza, come ha detto al bimestrale Usa Mother Jones, è in cura da uno
psicologo che si è scelta da sé, ha sospeso tutte le terapie e sta cercando di tornare
alla vita di un tempo. Deve ancheperdere decine di chili, guadagnati “grazie” agli
antipsicotici in dosi da cavallo.
La storia di Aliah Gleason non è straordinaria per il Texas, anzi. Nell’estate 2004, ad
altri 19.404 adolescenti dello Stato sono stati somministrati forzatamente antipsicotici,
che hanno come indicazione principale la schizofrenia. E il 98% di loro ha ricevuto gli
Tratto dalla rassegna stampa di
http://www.giulemanidaibambini.orgCampagna sociale nazionale
contro gli abusi nella prescrizione
di psicofarmaci a bambini ed adolescenti
antipsicotici atipici, quelli, cioè, di ultima generazione: mai approvati per l’uso
pediatrico e spesso prescritti off label, cioè per condizioni diverse da quelle per cui
sono registrati.
Ma, soprattutto, farmaci molto costosi, almeno dieci volte i vecchi. Ad Aliah e agli altri
19.404, gli antipsicotici atipici sono stati prescritti secondo le linee guida Tmap (Texas
Medication Algorithm Project), adottate nel 1997 e imposte all’assicurazione
statale Texas Medicaid, che copre l’assistenza sanitaria della polazione povera. E,
guarda caso, proprio dal 1997 a oggi I ricavi delle industrie per questi medicinali agli
assistiti della Texas Medicaid sono schizzati da 28 a 177 milioni di dollari.
Tratto da:
http://www.giulemanidaibambini.org/stam ... pa__20.pdf