Cita:
Thethirdeye ha scritto:
.....Non parlerei quindi a sproposito, come stai facendo tu ed altri
(insieme ai giornali di regime), di "democrazia violata" (ma quanto
vi piace pasteggiare con questo termine in bocca, non si sa),
ma piuttosto di "strategia condivisa con il movimento".
Voglio dire... le cose che OGGI stanno cambiando in Parlamento, SONO di
fatto la conseguenza di una strategia di lungo corso adottata dal M5S. E' palese...
Almeno questo.... riesci a vederlo?
Il voto segreto/palese dev'essere opportunamente dosato, ma non uno applicato al 100% a discapito dell'altro.
Grillo vorrebbe eliminare il voto segreto sempre e comunque non capendo un'h delle conseguenze delle sue esternazioni. Perchè le democrazie funzionano grazie a ingranaggi delicati e le operazioni draconiane e sempliciotte alla Grillo&Casaleggio, rischiano di far inceppare il meccanismo.
le mancanze di regole democratiche all'interno del movimento, come la votazione palese di un capogruppo per alzata di mano, sono questioni e problemi loro. Ma non pensino (Grillo in particolare) di cambiare le regole della democrazia abolendo il voto segreto anche in talune circostanze ove è bene sia applicato (
*).
Ripeto, Grillo non capisce un'H di democrazia se considera il voto segreto un'insulto alla democrazia.
(
*): tu immagina che ci sia un grillino che voglia votare contro Crimi non ritenendolo adatto a fare il capogruppo. Si vota palesemente per alzata di mano, Crimi viene eletto. E l'unico grillino che ha votato contro potrebbe essere additato come un dissidente. E allora che si fa..alla fine si vota tutti insieme collegialmente. Mentre se il capogruppo fosse scelto con voto segreto, ognuno sarebbe libero di votare secondo coscienza senta temere ritorsioni.
Applica questo semplice 'buon senso' di regole di democrazia interna a un partito, all'intero parlamento. E magari capirai come va a farsi benedire la libertà individuale in un parlamento democratico e multipartitico.
Grillo vuole la dittatura della maggioranza. un'unica maggioranza. La sua. e lo dimostra ogni giorno.
Ovviamente non ci riuscirà perchè operazione antistorica e contro natura. Ma nel frattempo contribuisce a gettare benzina sul fuoco facendo perdere tempo a tutti.
Cita:
[color=blue]Breve storia del voto segreto e del voto palesehttp://archiviostorico.corriere.it/2005/ottobre/14/Breve_storia_del_voto_segreto_co_9_051014121.shtmlIn Parlamento la proposta di modifica della legge elettorale viene votata a scrutinio segreto. Quali sono le ragioni che giustificano questo tipo di votazione? Perché viene applicato per alcune leggi e per altre no? Nascondere all' elettore quali sono le scelte del proprio eletto, in occasione dell' approvazione delle leggi, non è venir meno al patto di fiducia fra elettore ed eletto? Qual è la storia del voto segreto? Renato Malgaroli
renatomalgaroli@alice.it Caro Malgaroli, la storia che lei desidera conoscere comincia con lo Statuto Albertino del 1848 e, in particolare, con l' art. 63: «Le votazioni si fanno per alzata e seduta, per divisione e scrutinio segreto. Quest' ultimo mezzo sarà sempre impiegato per la votazione del complesso di una legge, e per ciò che concerne al personale» (vale a dire elezioni, dimissioni, autorizzazioni a procedere). Nelle condizioni politiche dell' Europa di allora quell' articolo ebbe il merito di mettere i parlamentari al riparo da interferenze e pressioni del re e della corte. In una buona sintesi storica, che lei potrà trovare nel sito dell' editore Giuffré (
http://www.giuffré.it), Angelo Summa ricorda che l' appello nominale fu introdotto al Senato nel 1910 e che
lo scrutinio segreto venne abolito dal governo Mussolini per la Camera dei fasci e delle corporazioni soltanto nel 1939. Dopo la guerra, la classe politica democratica tornò ai regolamenti parlamentari prefascisti e vi fu qualcuno, all' Assemblea costituente, che propose d' inserire nella Costituzione un articolo simile a quello dello Statuto Albertino. Ma un giovane deputato democristiano, Aldo Moro, sostenne che lo scrutinio segreto «tende (...) a sottrarre i deputati alla necessaria assunzione di responsabilità di fronte al corpo elettorale per quanto hanno sostenuto e deciso nell' esercizio del loro mandato». E la sua posizione fu condivisa dalla maggioranza dei costituenti. Grazie a Moro, quindi, lo scrutinio segreto non fu formalmente iscritto nella Carta. Ma divenne egualmente, il sistema generalmente adottato dal Parlamento, soprattutto dopo l' introduzione del voto elettronico, e favorì il fenomeno dei «franchi tiratori». Nel 1988, quando molti ritennero che esso fosse divenuto ormai un fattore di instabilità politica, una riforma cambiò le regole e affermò il principio del voto palese. Ma ammise alcune eccezioni. Nella sua sintesi, Angelo Summa ricorda tra l' altro che si ricorre allo scrutinio segreto nelle votazioni che concernono le persone e che i regolamenti delle due Camere prevedono la facoltà di richiederlo in quelle che incidono sui principi e sui diritti di libertà espressamente menzionati in alcuni articoli della Costituzione. Il voto sulla riforma della legge elettorale rientra, se ho capito bene, in questa categoria. A queste informazioni, caro Malgaroli, aggiungo qualche considerazione personale. So che
il voto palese è in linea di principio una prova di chiarezza e trasparenza, e che i parlamentari americani, per esempio, vengono giudicati dai loro elettori proprio per le posizioni pubblicamente assunte sulle leggi più importanti.
Ma constato altresì che il voto palese permette spesso al governo e ai partiti di trasformare i gruppi parlamentari in manipoli di militi obbedienti. E credo che vi siano circostanze in cui un voto segreto può essere più libero e sincero.Romano Sergio[/color]